Bollette in vetrina e luci spente, i commercianti lanciano la protesta per il caro-energia

Bollette in vetrina e luci spente, i commercianti lanciano la protesta per il caro-energia

I negozi spengono le luci e affiggono le bollette in vetrina. In modo che tutti vedano quanto il commercio sta pagando l’escalation dei prezzi. Costi esorbitanti, al pari di quelli che stanno pagando le famiglie.

«Se chi di dovere non ci mette una pezza al più presto, la nostra economia rischia il tracollo» denuncia il presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni, che lancia nuovamente l’allarme per gli effetti del caro energia sui bilanci delle imprese e sui consumi delle famiglie; aspetti collegati l’uno all’altro. È proprio Confcommercio a proporre le modalità della protesta: bollette in vetrina e luci che ieri (31 agosto) sono rimaste spente per un po’.

«Serve davvero una levata di scudi – continua Doglioni – un diffuso segnale di protesta. E così Confcommercio Nazionale ha lanciato due proposte che noi estendiamo nel nostro territorio chiedendo ai nostri associati di aderire nel limite del possibile. Innanzitutto invitiamo le imprese associate a esporre nei propri locali le bollette degli ultimi mesi che, nella grandissima parte dei casi, sono state un salasso rispetto all’anno scorso con triplicazione media dei costi. È il momento di mettere alla luce del sole quello che sta accadendo, fare massa critica e dare un segnale mediatico importante a chi ci governa e a quanti decidono le sorti dell’economia internazionale sulla pelle delle imprese locali di fatto impotenti di fronte a queste dinamiche».

Le luci sono state spente per un quarto d’ora, ieri. Ma la protesta potrebbe tenerle spente anche nei prossimi giorni. 

«Non siamo più nelle condizioni di tacere e soprassedere a scelte e strategie che ci stanno mettendo in ginocchio e che creano instabilità ed incertezza per il futuro impedendo alle imprese di programmarsi» conclude Doglioni. «L’esasperazione che mi viene quotidianamente riportata da molti associati e dai nostri dirigenti associativi per l’impatto che questa nuova pandemia sta avendo sui settori da loro rappresentati è sempre più marcata. Autunno e inverno sono dietro l’angolo, i timori crescono senza spiragli di speranza e di soluzioni concrete. Come potrà affrontare la nostra economia, a livello locale, una situazione del genere in assenza di interventi risolutivi? Il rischio è davvero di un altro lockdown per le attività, questa volta forzato dall’insostenibilità dei costi aziendali».

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