Se un viaggiatore scozzese… tra Mondiali, Olimpiadi e varianti

Se un viaggiatore scozzese… tra Mondiali, Olimpiadi e varianti

Pubblichiamo la quarta puntata del testo del professor Giovanni Campeol (qui la prima: Se un giorno d’estate un viaggiatore scozzese…; la seconda: Se un viaggiatore scozzese… in treno verso il Cadore; e la terza: Se un viaggiatore scozzese… tra strade e sbocchi a nord).

Il mio interlocutore continua con particolare foga – sa che tra tutte le provincie italiane quella di Belluno presenta la maggiore perdita di popolazione … inoltre ha subito i maggiori tagli finanziari … e presenta uno dei più alti incrementi di disoccupazione, nonostante vi sia il cosiddetto “polo mondiale dell’occhiale” –

Non avrei mai pensato di trovarmi in un territorio in decadenza perché isolato per mancanza di una connettività fisica non solo interna ma anche transfrontaliera. Però a questo punto mi viene in mente che Cortina nel 2021 sarà la sede dei Mondiali di sci e nel 2026 delle Olimpiadi invernali, quindi una grande occasione per svilupparsi. 

Presento ciò al mio interlocutore il quale si mette a sorridere, anzi a ridere. Lo guardo ancora stupito della sua reazione. – Gentile professore è vero che saremo la sede di questi due eventi planetari nel volgere di soli 5 anni, tuttavia ci troviamo di fronte a un grande paradosso che cerco di spiegarle -. Mi aspetto altre novità anche su questo versante. Che territorio interessante il Bellunese! Essendo una terra di grandi industriali, mi sarei aspettato che si sviluppassero grandi strategie, ma pare così non essere. 

– Come avrà constatato di persona – dice il mio interlocutore – nei fine settimana la SS551 presenta una mobilità praticamente ferma, con vari blocchi che arrivano fin quasi a Cortina – 

Effettivamente il giorno prima avevo sperimento questa incredibile situazione trasportistica; mi chiedo come mai questa criticità non fosse stata definitivamente risolta, già molti anni fa. Far giungere le persone in breve tempo nelle meravigliose Dolomiti è tutto un vantaggio per l’economia locale. Eppure nulla di rilevante mi pare sia stato fatto e chiedo conferma al mio interlocutore. Egli così risponde – in realtà negli anni, come le avevo detto, si sono fatti dei lavori lungo la SS51 e non solo, tuttavia si sono dimostrati assolutamente insufficienti a causa di una incapacità di risolvere i “colli di bottiglia”. Ovvero quei punti in cui la strada si restringe, ad esempio quando penetra nel cuore dei paesi o percorre strette valli -.

Non essendo un trasportista mi faccio spiegare come funziona il traffico. – Gentile professore il traffico si analizza come un “flusso”, cioè si comporta come un corso d’acqua. Per far defluire bene l’acqua in un canale bisogna allargarlo ma se dopo alcuni chilometri questo canale si restringe tutta l’acqua si accumula in questa strettoia e rigurgita all’indietro, fermando il suo regolare defluire. Così avviene lungo la SS51 –

Non ci avevo pensato. Infatti salendo verso Calalzo effettivamente avevo visto degli allargamenti e poi degli improvvisi restringimenti, per cui ora capisco che tutte queste opere migliorative fatte a monconi sono praticamente inutili.

Mi viene spontaneo chiedere se in occasione dei Mondiali di sci del 2021 sono state previste delle opere per risolvere definitivamente il blocco del traffico su questa strada. Il mio interlocutore prontamente mi risponde – certo Anas ha predisposto tutta una serie di interventi per fluidificare il traffico lungo la SS51 …-. Lo interrompo subito chiedendogli se tra questi interventi è stata presa in considerazione anche una viabilità transfrontaliera che unisse il Bellunese con l’Austria, visto che i turisti interessati ai Mondiali del 2021 e alle Olimpiadi del 2026 sono prevalentemente quelli provenienti delle regioni alpine. Lui mi risponde subito – no gentile professore – 

Sorpreso della risposta chiedo lumi. –No perché per il gruppo di potere che gestisce il Bellunese quest’opera non s’ha da fare – 

Improvvisamente mi vengono in mente i “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, che lessi da giovane in quanto romanzo di spessore universale, nel famoso passo in cui Don Abbondio incontra i “bravi”.

È incredibile che alla data di oggi ancora si cerchi di impedire un necessario e fondamentale “matrimonio di confine” tra Veneto e Austria e non cogliere l’occasione dei due grandi eventi sportivi almeno per lanciare questo progetto transfrontaliero. Credo che il Bellunese stia subendo delle politiche masochiste.

Mi rendo conto che mi trovo di fronte a una situazione nella quale coloro che hanno in mano la governance (come diciamo noi) del Bellunese non producono affatto “politica”, nella sua accezione di “interesse pubblico”. Ovviamente non è un caso eccezionale; pensiamo a quello che avviene nei paesi sottosviluppati, tuttavia non me lo sarei aspettato in questa parte d’Europa.

Abbandono queste mie riflessioni “alte” e chiedo se, pur in assenza di una connessione del Bellunese con l’Austria, si siano ipotizzate delle soluzioni viabilistiche locali per superare i cosiddetti “colli di bottiglia” lungo la SS51. – Certo – risponde prontamente il mio interlocutore – l’Anas ha predisposto un progetto denominato “SS n° 51 ‘di Alemagna’ Provincia di Belluno. Piano Straordinario per l’accessibilità a Cortina 2021”, tuttavia ritengo che non presenti pienamente le caratteristiche tecniche per fluidificare realmente il traffico sulla SS51 e in alcuni casi, paradossalmente, crea un rilevante impatto ambientale come nel caso di San Vito di Cadore –

Ma com’è possibile che la società statale nata per realizzare e gestire le strade statali non sia in grado di realizzare dei buoni progetti? Credo che il mio interlocutore sia un po’ prevenuto nei confronti di questa società. 

Mentre rifletto lo osservo e noto che lui intuisce cosa sto pensando e mi dice – quando manca una strategia politica di largo respiro i progetti sono parziali e non collegati tra di loro, per cui non raggiungono l’obiettivo desiderato. Non è tanto colpa di Anas o di Terna se queste società non presentano buoni progetti, ma di chi comanda detti enti. Le faccio presente, inoltre, che probabilmente i progetti previsti per i Mondiali di sci a Cortina del 2021 non saranno realizzati in tempo.

Non credo alle mie orecchie. Viene predisposto un progetto per risolvere le criticità trasportistiche in occasione dei Mondiali di sci del 20121 e forse non sarà realizzato in tempo e inoltre creerebbe nuovi problemi anche ambientali…

Il mio interlocutore insiste – ribadisco ancora che non solo questo progetto previsto per risolvere la criticità trasportistica della SS51 probabilmente non sarà realizzato in tempo, ma non coglie l’occasione, nel realizzare la variante a San Vito, per superare la frana attiva di Acquabona –

“My God” adesso pure le frane vengono introdotte dal mio cortese interlocutore! Forse è un pessimista cronico.

A questo punto chiedo perché mai la realizzazione di una strada pensata per bypassare il centro urbano di San Vito dovrebbe occuparsi di una frana che il mio interlocutore dice essere posta a qualche chilometro verso Cortina? 

– Gentile professore, il metodo progettuale, glielo dico io che sono ingegnere, deve basarsi innanzitutto sul buon senso e possedere una visione un po’ più ampia della sola zona in cui si colloca un progetto. Se si scopre che vi sono delle criticità presenti nell’intorno, come nel nostro caso la frana attiva di Acquabona, si deve cogliere l’occasione per risolvere anche questa criticità –

Non capisco proprio cosa voglia dire. Egli rendendosi conto del mio disorientamento, esordisce – la provincia di Belluno, a causa della sua naturale morfologia montana, presenta moltissime frane. Tra i molti studi prodotti su questo argomento ne richiamo uno un po’ datato ma interessante, commissionato nel 2006 da Ispra, dal titolo “Analisi del dissesto da frana in Veneto”. Vi è una tabella dalla quale emerge che la provincia di Belluno presentava, alla data di elaborazione dello studio, ben 165,28 km2 di frane, cioè circa il 75% della superficie franosa del Veneto -. Sorpreso chiedo se queste frane sono anche di grandi dimensioni e lui mi risponde – in questa nostra provincia esiste nella zona dell’Alpago la frana attiva chiamata del “Tessina”. È la più vasta d’Europa, con un volume di circa 4 milioni di metri cubi e incombe su Chies –

Gli chiedo di spiegarsi meglio e lui acconsente – Anas invece di progettare una strada capace di bypassare solo l’abitato di San Vito, scendendo verso il torrente Boite e poi risalire con pendenze in alcuni punti quasi del 10%, avrebbe potuto pensare a un’alternativa progettuale cioè alla realizzazione di una lunga galleria, nella montagna posta in destra del torrente Boite che, oltre al centro abitato, avrebbe potuto superare anche il sito della frana di Acquabona –

Osservando il mio spaesamento cincischia un po’ con il suo palmare e apre Google Earth facendomi vedere questo ambito geografico. Effettivamente l’idea di una lunga galleria sembra logica oltre che razionale. Mentre osservo bene le immagini, con un sorriso, mi dice – pensi che il progetto di variante di San Vito se da un lato sposterà il traffico dal centro urbano, dall’altro lo farà passare vicino ad altre abitazioni sempre di San Vito, in particolare a ridosso di scuole come il Liceo Classico, ora non investite dal traffico di attraversamento –

Questa poi non me lo aspettavo! Quindi si salvano alcuni abitanti per colpirne altri… Rifletto con un’amara considerazione sul fatto che la popolazione di San Vito non si dovrebbe lamentare perché, in fin dei conti, il progetto di Anas è profondamente democratico: distribuisce, per fasi storiche e un po’ a tutti i suoi abitanti, l’inquinamento prodotto dalla viabilità di attraversamento.

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