Fortezza inespugnabile, “in ferie” durante la guerra: la strana storia di Monte Ricco

Fortezza inespugnabile, “in ferie” durante la guerra: la strana storia di Monte Ricco

Linee severe. Pietre a vista e muraglioni spessi diversi metri. Un’atmosfera di forza e di guerra, del resto era stato costruito proprio per recitare un ruolo centrale nella difesa dei confini italiani durante il primo conflitto mondiale. Il forte di Monte Ricco però la guerra non l’ha mai vista. O meglio, l’ha osservata da lontano, da spettatore (quasi) inerte. 

visione notturna del forte (foto di Giacomo De Donà, DolomitiContemporanee)
visione notturna del forte (foto di Giacomo De Donà, DolomitiContemporanee)

È una storia decisamente inusuale quella del fortino militare di Pieve di Cadore. Faceva parte della Fortezza Cadore-Maè, una linea di fortificazioni che si dipanava da Pian dei Buoi e Col Vidal (Lozzo di Cadore) fin giù alla zona del Longaronese. Ed anzi, era una delle componenti principali di quella linea. Pensata appositamente come costruzione militare all’ultimo grido. Probabilmente lo era. Ma non ha mai potuto dimostrarlo.

Il forte si trova sull’altura che sovrasta il paese del Tiziano. Lo si vede arrivando dal Ponte Cadore. Fu costruito nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, insieme alle altre fortificazioni della linea, che costituiva il campo trincerato cadorino (a pochi metri di distanza c’è ancora – nello stesso stile architettonico – la Batteria Castello). Era pensato per dominare sulla vallata circostante: come opera di vedetta inespugnabile, con tanto di ampio fossato e terrapieno. Era dotato di quattro cannoni e altrettanti pezzi a tiro rapido, più un paio di mitragliatrici. Ospitava una guarnigione di 80 soldati, che potevano salire in caso di guerra (un centinaio di fanti, oltre a una quarantina di artiglieri). E aveva una cisterna d’acqua da 400 metri cubi, in grado di rifornire anche la Batteria Castello. Insomma, una macchina bellica all’avanguardia. Aveva solo un problema: era fuori dai giochi.

Il forte di Monte Ricco infatti si trovò subito fuori dal fronte della prima guerra mondiale. La battaglia infiammò altrove. E la rapidità delle trasformazioni durante gli anni del conflitto rese ben presto obsoleta l’intera fortificazione Cadore-Maè. Di fatto, Monte Ricco era prontissimo per una guerra che non vide mai. 

In pochi mesi venne trasformato in centro logistico e magazzino. Brutta sorte per un “soldato”. E poi, fu abbandonato dagli italiani al momento della ritirata di Caporetto, praticamente senza neanche un graffio. Ci pensare gli austriaci a lasciare le ferite: prima studiarono la struttura, poi la lasciarono in semi-abbandono; e alla fine la fecero saltare, nell’ottobre 1918, prima della definitiva ritirata dal Cadore.

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