Da Taibon Agordino al Guatemala: la storia della famiglia Conedera

Da Taibon Agordino al Guatemala: la storia della famiglia Conedera

Da Taibon Agordino parte questa storia. Una storia di vita vera. Di sacrifici e di sogni.

È la storia della famiglia Conedera e siamo nel 1800. Precisamente nel 1834: l’anno in cui vide la luce Giovanni Guido.

Giovanni sposò in età adulta Angioletta Amabile, con cui mise al mondo quattro figli: Adriana Lucia, Giuseppe, Latino Speridione e la piccola Maria. Fino a qui potrebbe sembrare una storia normale, ma diventerà straordinaria per ciò che successe in seguito.

Rimasto vedovo con quattro figli da crescere e un futuro incerto, Giovanni Guido decise di cercare fortuna in America. Non fu una scelta facile da prendere da solo, ma partì. 

Giovanni aveva sentito che l’Argentina o il Brasile potevano essere luoghi dove i figli, unico scopo della sua vita, potevano avere un futuro. 

Quando fecero i bagagli era il 1879. Bagagli fatti di poche cose e con un biglietto di sola andata.

Ma non arrivarono mai né in Brasile, né in Argentina.

Un problema costrinse la nave ad attraccare sulla costa Atlantica del Guatemala. All’epoca, l’arrivo di stranieri non piaceva all’allora presidente Justo Rufino, convinto si trattasse di un’ invasione.

Recatosi sul posto con il suo esercito, si rese conto che erano solo famiglie disperate alla ricerca di una vita migliore. Il presidente decise quindi di offrire loro un pezzo di terra, perché avessero un motivo per restare.

Giovanni decise di cambiare i suoi piani: rimase in Guatamela con i suoi figli. Il suo nome divenne Juan e ritrovò anche l’amore anni dopo. E si risposò con Luisa Pion nel 1884.

Il destino però fu crudele con Juan: morì un anno dopo per dissenteria.

Ma questa famiglia non ebbe solo sventure, anzi.

Speridione, figlio di Juan ebbe ben nove figli: uno dei quali studiò al seminario e divenne addirittura vescovo. Juan Josè Gerardi, vescovo di varie diocesi in Guatemala. Il quale si adoperò sempre per portare alla luce i soprusi di tante popolazioni a opera dell’esercito durante la guerra civile.

Orrori che lui vide con i suoi occhi e volle denunciare, rischiando più volte la vita.

Fu sempre dalla parte degli Indios, vittime violenze inaudite. Per questo che morì in circostanze oscure nel 1998. E sempre per questo è in corso il processo di beatificazione come martire.

Alla prossima!

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto