Dall’Alto Agordino all’albero di Trento: su un carretto per sfuggire alla miseria

Dall’Alto Agordino all’albero di Trento: su un carretto per sfuggire alla miseria

La fine del 1800 segna un’epoca davvero difficile per le difficoltà economiche che molte famiglie vivevano.

Una crisi che aveva colpito tutta Europa. Molte famiglie si vedevano così costrette a mandare a lavorare i figli molto giovani. Parliamo di bimbi anche di sette, otto anni.

Dall’Alto Agordino, nello specifico a Falcade, al mattino presto partivano carri trainati da cavalli, pronti a percorrere l’angusto San Pellegrino diretti verso la piazza di Trento.

I carri trasportavano giovani ragazze e addirittura bambine, che per dare un aiuto economico in famiglia, lasciavano la loro terra per servire in casa o per lavori stagionali in campagna.

Era l’unico modo per sfuggire alla miseria di quei tempi: i salari erano davvero bassi, ma tutto poteva servire per mandare avanti la famiglia.

Il punto di arrivo? La piazza di Trento, dove si narra ci fosse un grande albero: lì le bambine e le giovani ragazze scendevano e sotto le grandi fronde aspettavano di essere scelte dalle signore dell’alta borghesia o dai proprietari terrieri.

Un vero e proprio mercato di mano d’opera di giovani anime. Anche allora, come oggi, trovare lavoro non era facile: come non era facole essere scelte. Le più piccine a volte venivano prese dalle famiglie come compagne di giochi di figli unici, magari annoiati.

Intere “famiglie” di sorelle si trovavano sotto questo grande albero: la delusione era grande se alcuni non venivano scelti. E, a volte, aspettavano fino al calar del buio senza allontanarsi da quell’albero.

Se a notte fonda non succedeva nulla, le ragazze e le bimbe attendevano il carro che tornava carico il giorno dopo. Rientrare a casa era frustrante anche per un bimbo: perché non era stato scelto e non poteva contribuire al sostentamento della famiglia.

Magari ci avrebbe provato solo dopo qualche anno: l’albero era lì ad attenderlo…

Alla prossima!

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