Torna a farsi sentire il “Comitato per il sì allo spostamento della linea ad alta tensione di Soverzene”. E attraverso una presa di posizione che chiama in causa vari soggetti: «A 12 anni dalla firma del protocollo di Intesa tra Terna, Provincia di Belluno, Comuni di Belluno, Ponte nelle Alpi e Soverzene, ai quali si sono aggiunti successivamente Longarone, Ospitale e Perarolo, apprendiamo con amarezza che, nonostante il benestare ministeriale alla procedura di Via, continuano e emergere pressioni. Con uno scopo: rimettere in discussione l’intero progetto. Il riferimento è ad alcuni comitati favorevoli al solo interramento delle linee e ad alcuni politici che li supportano. Ci chiediamo, pertanto, quali interessi stiano perseguendo tali comitati e amministratori che si assurgono a portatori degli interessi dell’intera provincia».
Il Comitato per il sì riavvolge il nastro: «La soluzione condivisa nel protocollo d’intesa, e che doveva essere realizzata entro il 2015, non comporta la costruzione di nuovi elettrodotti o l’aumento della tensione di quelli esistenti, ma lo spostamento all’interno degli stessi territori comunali dei tracciati (115 tralicci in meno e riduzione di 20 km di linee esistenti)». E ancora:
«Inutile lamentarsi della crisi economica e dello spopolamento, se si stoppano azioni che libererebbero circa 900 edifici dalle linee ad alta tensione. E porterebbero sul territorio investimenti per 50, 60 milioni di euro».
L’ipotesi di rivedere totalmente il progetto spaventa gli attivisti: «Se pensiamo per esempio al tracciato sull’autostrada, non avrà altro risultato se non quello di ritardare qualsiasi cosa. Vi immaginate la reazione che nascerà quando i pochi abitanti rimasti della Val Lapisina scopriranno che, oltre a essere stati martoriati ambientalmente, avranno pure un elettrodotto sopra la loro testa, che mai avevano avuto prima? Se si vuole il bene della provincia e dei suoi abitanti, ci si concentri sulle eventuali poche criticità connesse al progetto approvato (attraversamento sotto il Piave nel territorio di Belluno) e non si perda tempo con la ricerca di soluzioni fantasiose che non ci porteranno da nessuna parte».
Da qui, l’invito alla politica: «Abbia il buon senso di agire velocemente per gli interessi del territorio e dei suoi cittadini, affinché non continuino a convivere con le stesse problematiche presenti da oltre 70 anni. a meno che non si desideri che le persone se ne vadano da questa splendida provincia. Così il problema sarebbe risolto».