La Regione Veneto parla di nuovi caroselli sciistici. E gli ambientalisti tornano a dire «no». In risposta alle critiche delle associazioni, l’assessore regionale al Turismo Federico Caner ha dichiarato che lo studio di fattibilità tecnico-economica sui possibili collegamenti intervallivi tra i comprensori sciistici di Cortina, del Civetta e dell’Alta Badia vanno nella direzione di uno sviluppo sostenibile pensato per rivitalizzare il comprensorio montano.
«Se veramente l’assessore ha a cuore lo sviluppo sostenibile, come mai, invece di finanziare studi di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici, non dirotta i denari regionali sulla realizzazione del sistema di aree protette – parchi e riserve regionali – che pur previste dal Ptrc del 1992, giacciono ancora sulla carta?», è l’affondo degli ambientalisti. «È sorprendente che una Regione ricca di valori ambientali come il Veneto investa ancora enormi risorse per programmare la distruzione di tali valori in una logica di sviluppo anni Sessanta oggi improponibile, che non tiene conto, tra l’altro, dei rischi e delle conseguenze dell’evoluzione climatica in atto. Investire oggi sull’industria della neve è segno di poca lungimiranza, o peggio. Un buon padre di famiglia non lo farebbe mai».
Secondo le associazioni (Ecoistituto Del Veneto “Alex Langer”, Gruppo Promotore Parco del Cadore, Italia Nostra Sez. di Belluno, Peraltrestrade Dolomiti, Mountain Wilderness Italia e WWF Terre del Piave Belluno -Treviso) la creazione di aree protette porterebbe nuovi posti di lavoro e spingerebbe i giovani a restare a vivere in montagna. «Un ambiente mantenuto integro può offrire questi tipi di opportunità, non solo all’interno delle aree protette (organizzazione, gestione, sorveglianza, studio, tutela e recupero della fauna, cura e gestione dei boschi, turismo dolce con guide formate) ma anche in termini di indotto (strutture di accoglienza a livello famigliare, recupero di edifici degradati nei paesi semiabbandonati, servizi accessori per la pratica di attività turistiche compatibili). Si pensi inoltre a tutte le attività economiche connesse al recupero e al riciclo dei rifiuti, alla pulizia e al decoro urbano. Questo richiede necessariamente un giro di boa, soprattutto per stazioni turistiche mature come Cortina che hanno basato il loro sviluppo sugli impianti di risalita e sulla speculazione edilizia, ma va fatto, e la Regione dovrebbe esserne il motore propositivo, non remare in direzione opposta».