Il bob della discordia, gli ambientalisti ce l’hanno anche con il Cio: «Piegato all’arroganza della politica»

Il bob della discordia, gli ambientalisti ce l’hanno anche con il Cio: «Piegato all’arroganza della politica»

Sono caduti i primi larici, a Cortina. Il cantiere per la pista da bob partirà nei prossimi giorni, meteo permettendo. Intanto gli ambientalisti alzano la voce e se la prendono anche con il Cio, reo di «piegarsi all’arroganza della politica».

Le associazioni ambientaliste dell’alto Bellunese puntano il dito sulla visita del Comitato olimpico del 20 febbraio, a Cortina. «I rappresentanti Cio sono stati condotti nel piazzale dell’ex Bob Bar ed è stata mostrata loro una planimetria del progetto della futura pista da bob. Nell’area era stata parcheggiata una ruspa, si vedevano le recinzioni arancioni e si udivano gli schianti dei larici il cui abbattimento era cominciato il mattino stesso» spiegano gli ambientalisti. «Ai rappresentanti del Cio è stato detto che i lavori erano iniziati. Non è vero. L’impresa Pizzarotti è ancora in attesa dell’ arrivo dei suoi operai e gli operai sono in attesa di avere un alloggio che al momento non è ancora pronto. Quindi il cantiere non è partito ed è già passata una settimana dalla consegna dei lavori. Ancora tempo perso. Se ne sono resi conto i rappresentati del Cio?». 

E i tempi di consegna? «Nella successiva conferenza stampa a Venezia il Cio ha ribadito che la pista da bob dovrà essere pronta per le prove entro marzo 2025, in caso contrario si passerà al “piano B” (spostare i giochi a Pechino?). Si è reso conto il Cio che in tal modo c’è il grosso rischio di ritrovarsi con una struttura inutilizzabile per i Giochi e con un ambiente distrutto? Non era meglio prendere atto ora della situazione e imporre lo spostamento delle gare in altra pista esistente, come da sempre richiesto dal Cio stesso?» si chiedono gli ambientalisti. «Nella stessa conferenza stampa il Cio ha dichiarato che è in attesa di leggere “il piano di gestione della pista” che dovrebbe essere pronto a giorni per verificarne la legacy e quindi l’effettiva sostenibilità per il territorio. Ma come, mancano due anni ai giochi, i lavori partono, e il Cio deve ancora valutare la legacy? Pensavamo che solo il governo italiano, la regione Veneto e il Coni fossero preda di questa ansia da risultato che offusca il ragionamento, ma dobbiamo constatare che anche il Cio è caduto nella rete». 

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