Un padre, una figlia, una passione: “Nani” e Maria, i pionieri della fotografia

Un padre, una figlia, una passione: “Nani” e Maria, i pionieri della fotografia

 

Domenico Canzan, detto “Nani Calvani”, nacque a Libano di Sedico nel 1873. Già a 17 anni emigrò in Svizzera, dove imparò l’arte della riparazione, ma anche della costruzione di orologi.

Arte che continuò a coltivare una volta tornato a Belluno, nell’orologeria della signora Calvani. Ma il suo cuore palpitava per la fotografia, tanto che si costruì la prima macchina fotografica di legno con tanto di obiettivo e pochi altri componenti.

Acquistò poi una bicicletta e cominciò il suo lavoro di fotografo, nelle piazze e nelle scuole tra Sospirolo e Mel.

Nel 1919, si sposò e aprì a Bolago il suo vero studio: come luce per le foto usava solo quella del sole. Niente filtri, niente ritocchi. Risultato? Istantanee che sono rimaste nella storia di Sedico. E non solo.

Una caratteristica curiosa di “Nani Calvani” era quella di intrattenere i bimbi in posa, distraendoli con il suono di un fischietto o campanelli.

Fece il fotografo per mezzo secolo, fino al 1940, tramandando la passione ai figli Ugo e Maria. Soprattutto Maria, in quegli anni, era la più intraprendente: una pioniera, a quell’epoca, di un’arte che poche donne praticavano.

Le foto ritraevano in prevalenza la vita rurale. Maria aprì inizialmente un laboratorio di sartoria a Bolago, ma l’arte della fotografia le scorreva nelle vene. Fu proprio la macchina fotografica di suo padre il primo strumento di lavoro. Nonostante la menomazione a un polpaccio e al piede, procurata dalla deflagrazione di una granata durante la guerra, niente la fermò.

Si sposò con Attilio Candeago e si trasferì in quel di Orzes. Per un periodo continuò il lavoro di sarta, alla lunga però seguì le orme del padre, tornando nello studio di Bolago. Iniziò così la vita da fotografa: matrimoni, celebrazioni, paesaggi.

Entrambi, padre e figlia, riuscivano a cogliere autentici momenti di vita. Con pochi mezzi fecero capolavori: usando la luce naturale, un cavalletto e poco altro.

Ciò che rimane è un patrimonio storico, fermato in uno scatto. Nani Calvani e Maria Canzan: due fotografi, due artisti.

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