Villaggio olimpico alla colonia Eni, il rilancio: «Opportunità che va oltre i Giochi»

Villaggio olimpico alla colonia Eni, il rilancio: «Opportunità che va oltre i Giochi»

Nonostante il diniego incassato dalla Regione il sindaco di Borca, Bortolo Sala, non si arrende e rilancia: l’ex villaggio Eni del comune cadorino sarebbe la sede ideale per ospitare un altro villaggio, quello olimpico per l’evento  cinque cerchi del febbraio 2026. Nonostante le mancate risposte da parte del commissario per le opere olimpiche, Luigi Valerio Santandrea e del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, Sala insiste. E in una conferenza ospitata iri mattina  a Palazzo Piloni ha presentato ufficialmente la candidatura dell’ex villaggio Eni (voluto da Enrico Mattei in persona a servizio dei dipendenti della società petrolifera e ideato dall’architetto Gellner), aspettandosi una risposta:

Nel suo intervento Sala (supportato da Franco De Bon a nome della Provincia – pur se decaduto da consigliere dopo lo scioglimento del consiglio comunale di San Vito –  Mattia Gosetti, sindaco di Cibiana e presidente dell’Unione montana Valboite e Gianluca D’Incà Levis, patron di Dolomiti contemporanee) ha chiarito di non avere alcuna intenzione di scatenare una “guerra tra poveri” con il Comune di Cortina, dove secondo le intenzioni di Zaia e Santandrea dovrà sorgere (in località Campo) il villaggio olimpico che al termine dei giochi sarà smantellato, ma guarda più in là del 2026:

D’altra parte, ricorda Sala, fu lo stesso Gellner a immaginare un futuro per il villaggio Eni. Che non è mai stato completato ma che avrebbe tutte le carte in regola per diventare un polo trainante di tutto il territorio bellunese. Al di là delle oltre 200 abitazioni private la struttura (di proprietà dell’impresa sarda Minoter- Cualbu) può contare sull’ex colonia formata da 17 edifici collegati tra loro con rampe, l’ex albergo Boite ed un residence. In totale parliamo di circa 800 posti, ai quali, con la realizzazione di ulteriori due edifici (già presenti nei vari progetti elaborati da Gellner) permetterebbero di ospitare 1200 persone.

Ma quale sarebbe il futuro dell’ex colonia Eni (abbandonata a partire dagli anni ’90 e recuperata poi anche grazie al contributo di Dolomiti contemporanee? «Abbiamo già parlato, in questi anni – chirisce Sala – con l’università di Padova, che in caso di recupero della struttura sarebbe interessata a diventare partner, utilizzandola per alcuni suoi corsi estivi e di laurea. Pensiamo poi alla possibilità di realizzare alloggi a prezzo calmierato, magari a disposizione di medici, infermieri ed insegnanti che abbiano la necessità di un alloggio».

Il recupero dell’ex villaggio Eni, inoltre, andrebbe proprio nella direzione voluta dal comitato olimpico, quella della sostenibilità, come spiega Gianluca D’Incà levis di Dolomiti contemporanee.

Ma nonostante l’idea di recuperare il sito ex Eni abbia un orizzonte più vasto, l’opportunità olimpica va colta al volo, visto che ci sarebbero a disposizione i soldi necessari all’operazione. Ecco perché Bortolo Sala, che da un lato si prende la responsabilità di non essere riuscito a portare avanti con forza l’idea prima di oggi (quando forse è davvero troppo tardi) chiede di aprire un tavolo di confronto: «Se non sarà utilizzato come villaggio olimpico, pazienza – spiega – ma l’ex villaggio Eni va recuperato, è un progetto che porterà benefici a tutto il territorio. Ecco perché mi aspetto dalla Regione una risposta. Cosa che finora, pur in tutti i colloqui informali avuti, non ci è stata mai chiaramente data».

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