Villaggio olimpico all’ex colonia di Enrico Mattei. Molto più di un’idea

Villaggio olimpico all’ex colonia di Enrico Mattei. Molto più di un’idea

Il tempo stringe. Le polemiche incalzano. E le contrarietà rispetto a una struttura usa-e-getta aumentano di grado e tono. Insomma, l’occasione ideale per una proposta alternativa. E sul villaggio olimpico per Cortina 2026 l’alternativa c’è eccome. Si trova a Borca ed è la vecchia colonia Eni disegnata da Edoardo Gellner per Enrico Mattei. 

Una struttura di 25mila metri quadri, 17 padiglioni collegati tra loro da un corridoio lungo 4 chilometri. Costruita nei primi anni Cinquanta, ha ospitato fino al 1991 dai 600 agli 800 bambini ogni anno, figli dei dipendenti dell’Eni. Una vecchia colonia che si combinava perfettamente con il villaggio circostante, sempre voluto da Mattei per i suoi lavoratori, posizionato alle pendici dell’Antelao, con due alberghi, una chiesa e 270 villette monofamiliari. Costruzioni che non alterano il paesaggio, ma si integrano armoniosamente nel bosco e nella natura.

Proprio queste costruzioni – la colonia in particolare – vengono proposte come villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026. Un’alternativa ai prefabbricati che il masterplan vorrebbe posizionare in località Campo. La sponsorizza fin dal 2019 il gruppo Dolomiti Contemporanee, che ha a cura la valorizzazione della vecchia colonia. Ma il recupero del villaggio Eni sta anche dentro il programma politico dell’amministrazione provinciale. E qualche giorno fa il sindaco di Borca, Bortolo Sala, ha rivelato che sta lavorando per un accordo pubblico-privato così da mettere a disposizione del commissario per le Olimpiadi 2026 una seria e valida soluzione al posto del villaggio olimpico a Campo. 

La sostenibilità dell’operazione gioca a favore del recupero della struttura di Mattei e Gellner, perché non si va a costruire nulla di nuovo (peraltro l’area di Campo è di assoluto pregio ambientale e paesaggistico) e si restaura una costruzione già esistente. Inoltre, le previsioni di spesa sono inferiori per il recupero della vecchia colonia. Con il vantaggio di lasciare quella famosa “eredità olimpica” al territorio, dato che finiti i Giochi il villaggio potrebbe entrare nell’orbita di quell’ospitalità per professionisti (medici, insegnanti, ma anche lavoratori stagionali) oggi tanto ricercata e tanto cara in Cadore. Se ci si aggiunge che i tempi sono strettissimi e le contrarietà ambientaliste su Campo accelerano, il momento è quanto mai propizio. 

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