“Una bandiera e un canto”: i ragazzi di Tambre ricordano i giovani partigiani

“Una bandiera e un canto”: i ragazzi di Tambre ricordano i giovani partigiani

 

Gli studenti e le studentesse di Tambre ci regalano un nuovo e puntuale servizio su un’iniziativa davvero da rimarcare 

 

I ragazzi della classe terza della scuola secondaria di I grado di Tambre hanno voluto ricordare i giovani partigiani deportati l’11 gennaio del 1945.

A differenza degli anni scorsi, nei quali si celebrava la Santa Messa e vi era un momento di riflessione con la testimonianza di qualche sopravvissuto o storico, quest’anno l’emergenza sanitaria ha costretto l’amministrazione comunale a organizzare la commemorazione ufficiale in forma ristretta. 

Non potendo partecipare alla deposizione delle corone nei monumenti di Tambre, Cansiglio e Borsoi, i ragazzi hanno voluto comunque ricordare i giovani partigiani con una bandiera italiana alla quale hanno appeso una serie di lettere scritte dai condannati a morte alle loro famiglie.

Era l’11 gennaio del 1945 quando quarantuno giovani partigiani di Tambre e dintorni furono catturati e deportati dai nazifascisti. Trenta di loro non fecero ritorno a casa. A ripercorrere questi momenti drammatici uno scritto di Remigio Stiletto prigioniero nel campo di Flossenbürg. 

Dopo aver posizionato la bandiera, i ragazzi, mantenendo le distanze e con mascherina hanno cantato “Bella ciao” il noto canto di resistenza e libertà, diffuso in molte parti del mondo.

Ritornati in classe si sono uniti in un minuto di silenzio esteso anche alle altre classi e un ultimo momento di riflessione con la lettura del testo inciso sull’epigrafe posta sulla parete esterna del Centro Sociale.

“[…] Trenta di loro non fecero ritorno. Ma ritornarono i loro ideali per i quali morirono. Ideali che sono a fondamento della nostra Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza. – Giovani, se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei lager dove furono sterminati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”

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