Gas congelato. Che la gara per l’affidamento del servizio sia da rifare o che possa procedere, lo si saprà fra qualche mese. Intanto, rimane tutto fermo. Con una novità: Belluno non è più la stazione unica appaltante.
Questa la decisione emersa dall’Atem (ambito territoriale minimo) di oggi pomeriggio. I sindaci che ne fanno parte hanno deciso di sfiduciare il capoluogo, con un vero e proprio plebiscito: 47 votanti, 46 voti favorevoli, 1 astenuto (Belluno, per l’appunto). Accolta in pieno quindi la mozione presentata da Feltre, che vorrebbe rifare tutto daccapo.
LA QUESTIONE
Tutto ruota attorno al Vir, il valore industriale residuo della rete di gasdotti oggi gestiti da Bim Infrastrutture. La stazione appaltante si è basata sul tabellario regionale del Veneto e ha fissato la quota a 61 milioni di euro. I sindaci, invece, basandosi sulle tabelle della provincia di Trento, sostengono che la rete attuale vale di più, qualcosa come 75-76 milioni. E proprio per questo il 22 novembre, in assemblea Atem, avevano chiesto con atto formale che la stazione appaltante di Belluno fermasse i giochi e predisponesse un approfondimento per capire la reale quotazione del Vir. Solo che il 4 dicembre scorso sono state aperte le buste, senza attendere ulteriori analisi. Una mossa che ha causato ire funeste un po’ in tutte le amministrazioni del Bellunese. Il dubbio è semplice: con il valore più basso non si rischia un danno erariale, oltre che di perdere una quindicina di milioni di euro che sarebbero utili per infrastrutturare il territorio? Alla domanda al momento c’è solo una risposta; quella del ritiro della delega.
GLI SCENARI
Difficile capire cosa potrà succedere adesso. La stazione appaltante potrebbe anche decidere di andare avanti e chiudere la gara del gas. Oppure potrebbe decidere di annullare tutto. Ma le variabili in gioco sono molte.