Sprint sulle vaccinazioni: «All’appello mancano ancora la metà dei sessantenni»

Sprint sulle vaccinazioni: «All’appello mancano ancora la metà dei sessantenni»

Si viaggia al ritmo di 1.800 vaccinazioni al giorno, con punte che superano le 2.200, come è avvenuto lo scorso weekend. E tra domani e domenica l’obiettivo è di arrivare a 3.000 somministrazioni.

La campagna vaccinale dell’Ulss 1 va che è un piacere. Lo certificano i numeri forniti questa mattina in video conferenza dalla direttrice generale Maria Grazia Carraro. Finora sono state 89.583 le dosi somministrate. Quasi completata l’immunizzazione degli over 80: all’appello ne mancano meno del 4%. Ed è stato vaccinato (o ha già prenotato la seduta) almeno con la prima dose oltre l’80% dei bellunesi tra i 70 e i 79 anni.

C’è ancora margine, invece, per quanto riguarda i 60enni. «Finora, contando anche chi ha prenotato sul portale – spiega Carraro – arriviamo al 57% di vaccinati. Si può e si deve fare meglio, ci sono ancora molti posti disponibili: 50 solo per oggi».

Riuscire a completare il prima possibile la vaccinazione di queste classi di età è la priorità. «Si tratta delle fasce d’età più fragili – prosegue la direttrice generale dell’Ulss1 – ed una volta immunizzate potremo tutti dormire sonni più tranquilli». Eppure la campagna per i sessantenni era iniziata bene, con i primi posti esauriti in poche ore. «Ora i posti disponibili ci sono, non posso che rinnovare l’appello ad approfittare di questa possibilità». Appello esteso anche a conviventi e care giver di soggetti disabili ed estremamente vulnerabili, per i quali ci sono circa un migliaio di posti a disposizione.

«Serve l’impegno da parte di tutti – sono le parole di Carraro -. Devo dire che il Bellunese sta rispondendo alla grande, grazie alla collaborazione dei medici di base, ma anche dei sindaci e delle associazioni sparse sul territorio. Grazie a loro possiamo organizzare efficaci sedute vaccinali che si aggiungono al lavoro dei drive – in». Nel fine settimana si vaccinerà in Comelico, ad Auronzo, Alpago, Borgo Valbelluna, Sedico,  Sospirolo, Alano di Piave, Quero – Vas, Cesiomaggiore e San Gregorio. E’ poi c’è il prezioso aiuto di carabinieri e farmacie nella prenotazione telematica per chi avesse difficoltà.

Intanto l’Ulss 1 attende le risposte dei 370 dipendenti che finora non si sono vaccinati. Il 10% dei circa 3.800 dipendenti totali. Ricevuta la lettera da parte dell’azienda sanitaria, avranno qualche giorno per chiarire la loro posizione, poi scatteranno le sanzioni previste dal recente decreto legislativo. «Attenzione, però –  chiarisce Carraro – in questo elenco rientrano anche tutti quelli che non si sono potuti finora vaccinare perché reduci dal covid, o perché in allattamento o in terapia per malattie che impediscono di essere vaccinati. Il numero reale dei contrari al vaccino lo avremo solo una volta terminata questa fase».

Con 24 ricoveri, di cui solo uno in terapia intensiva, gli ospedali possono cominciare a concentrare gli sforzi nella riapertura delle attività ordinarie: «Ma ricordiamo – spiega la direttrice dell’Ulss 1 – che noi non abbiamo mai interrotto l’attività di urgenza ed emergenza, né quella per i malati oncologici. Ma la chiusura di alcuni reparti covid ci permette ora di destinare il personale alle attività finora sospese».

Insieme alla bella stagione dovrebbe anche ripartire la possibilità per i parenti di incontrare gli anziani parenti ospiti delle case di riposo: «Le modalità sono quelle già sperimentate l’estate scorsa – chiarisce De Col, direttore della funzione territoriale – ovvero l’incontro in luoghi aperti, che permette da un lato di mantenere le corrette distanze, dall’altro di evitare di far entrare i parenti nelle strutture. Entro la metà di giugno credo che gran parte delle strutture per anziani riapriranno alle visite. C’è chi lo sta già facendo, quelle più strutturate dal punto di vista tecnico».

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