Nessun obbligo di scendere a Belluno per le medicazioni: l’ambulatorio dell’ospedale di Pieve di Cadore funziona. L’Ulss 1 Dolomiti replica al Comitato «Un mantello per l’Ospedale San Martino – Indifesa (scritto proprio così, ndr) della sanità bellunese”, che nei giorni scorsi aveva riportato nella sua pagina Facebook due esempi di anziani costretti a percorrere oltre 70 chilometri, dal Cadore, per raggiungere l’ospedale San Martino e sottoporsi a delle medicazioni. Due testimonianze, a detta del comitato, di come la sanità bellunese stia inesorabilmente riducendo i servizi per i residenti più periferici.
Non è così, invece, per l’azienda sanitaria, che replica agli attivisti: «All’ospedale di Pieve di Cadore è attivo un ambulatorio per le medicazioni avanzate – ricorda l’Ulss 1 – che cura, dal lunedì al venerdì, 15 pazienti ogni giorno. Inoltre, due giorni a settimana è attivo l’ambulatorio di chirurgia». A volte, specifica poi l’Ulss 1 Dolomiti, «E’ altresì possibile che lo specialista chirurgo, per gli interventi più delicati, preferisca vedere di persona il paziente a Belluno per fare, oltre alla medicazione, un controllo post operatorio».
Chissà se i due esempi riportati dal comitato “Un mantello per l’Ospedale San Martino – Indifesa della sanità bellunese” rientrano in questa casistica. Potrebbe essere, ipotizza l’Ulss1 Dolomiti, che però puntualizza come «Non essendo riportati nomi e circostanze di dettaglio, non è possibile verificare il caso specifico. Invitiamo coloro che vogliono veramente il bene della sanità bellunese a segnalare ciò che non funziona nei canali preposti (urp e Direzione) per poter essere realmente utili a migliorare i percorsi, per sè ma anche per gli altri pazienti. Sparare nel mucchio senza circostanziare non è utile ad alcuno e svilisce il lavoro quotidiano di chi, ogni giorno, cerca di dare il meglio per i pazienti».