Scuola dell’infanzia di Bribano: premio per la leggenda del mago Pizzocco

Scuola dell’infanzia di Bribano: premio per la leggenda del mago Pizzocco

La didattica va a energia alternata, i bambini no.

Lo dimostra la scuola dell’infanzia “Don Modesto Sorio” di Bribano, che dà un segno di luce con il premio ricevuto dall’Unpli Veneto: il motivo? Ha partecipato al concorso “Tutela Patrimonio Veneto” nella sezione dedicata ai misteri e alle leggende.

I bambini hanno volto lo sguardo sulla “grande bellezza” che li circonda: l’antica chiesetta di San Nicolò e il monte Pizzocco. Attraverso la drammatizzazione, la musica e il gioco, la leggenda del mago Pizzocco prende così vita con parole e immagini.

«Si narra che, nell’antica Sedico, vivesse un tempo una bellissima ed elegante principessa, dagli occhi colore del cielo, incorniciati da un sorriso luminoso che infondeva gioia a tutti. I capelli avevano il colore dei raggi del sole. Era amata da tutto il popolo e molti ragazzi le facevano la corte, ma lei declinava gentilmente. Un brutto giorno però si verificò un fatto inaspettato: il vecchio mago Pizzocco si innamorò di lei e la rapì con grande prepotenza.

Si aggirava di tanto in tanto per il paese, ma aveva dei modi poco gentili e aveva un aspetto superbo tanto che la gente lo evitava. Indossava sempre un vestito bianco, tutto pizzo e merletti che mostrava con orgoglio, come il suo pizzetto.

Chi lo aveva conosciuto sapeva che il mago era un tipo senza cuore e così gli abitanti di Sedico, preoccupati, chiesero aiuto ai paesi vicini. Ma Pizzocco aveva fama di essere un grande incantatore e tutti se ne stavano alla larga, tranne un giovane ragazzo dall’animo puro. Partì così per sfidare il perfido mago e salvare la principessa.

Era un ragazzo semplice, umile. Non che non avesse paura, ma l’amore che nutriva per la giovane principessa lo indusse  a mettersi in cammino.

Tra sé e sé con una piccola ascia in mano, pensava in quale modo potesse sconfiggere il perfido mago. Camminando vide il sole riflettersi in uno specchio d’acqua e allora il giovane innamorato iniziò a lucidare la sua piccola arma, pensando che prima o poi le sarebbe servita: era talmente lucida che vi si poteva specchiare dentro. Dopo un lungo cammino arrivò alla montagna dove il mago aveva il suo vecchio laboratorio pieno di pozioni magiche e tantissimi libri sparsi ovunque.

In un posto angusto vide la sua principessa legata: il giovane trattenne il fiato per non farsi sentire, ma il mago con la sua palla di vetro magica lo vide subito.

Si scagliò contro il giovane con un nuovo intruglio che trasformava in pietra ogni essere vivente.

Il mago con ghigno beffardo scagliò la sua magia contro il giovane, che non si fece trovare impreparato: prese la sua arma, non per scagliarla contro l’odioso mago, ma per usarla come specchio. Il mago divenne così vittima del suo stesso incantesimo che andò a toccare proprio il pizzetto di cui andava fiero.

La principessa finalmente era libera tra le braccia del suo giovane e coraggioso innamorato.

Subito un forte boato si sentì nella valle e si vide spuntare all’orizzonte una grande montagna, che d’inverno coperta dalla neve con i suoi alberi ricorda i pizzi e i merletti di cui il mago era solito vantarsi: è il monte Pizzocco». 

Questa è la leggenda con cui i bambini della scuola “Don Modesto Sorio” si sono presentati al concorso: aggiudicandoselo.

Grazie al team delle insegnanti e grazie ai bimbi. 

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