Residenzialità, servizi, mobilità sostenibile. È il piano “Belluno 2030”

Residenzialità, servizi, mobilità sostenibile. È il piano “Belluno 2030”

Un parcheggio interrato, di tre piani, sotto piazza Piloni. Giù Villa Bizio – Gradenigo, a Cavarzano, e al suo posto alloggi per anziani non autosufficienti. E ancora, la riqualificazione dello stabile dell’ex “opera infanzia”, in piazzale Marconi, dove nasceranno 14 alloggi destinati al personale sanitario. A Levego nuovi alloggi popolari, ma anche l’adeguamento dell’acquedotto e un nuovo depuratore. E piste ciclopedonali, con un park scambiatore per biciclette all’ex bocciodromo in stazione.

Si tratta del maxi -piano “Belluno 2030”, presentato da una rete di enti ed istituzioni guidata dal Comune di Belluno, che parteciperà al bando del Programma INnnovativo sulla QUalità dell’Abitare – Pinqua, promosso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sedici progetti, tra centro città, Levego e Cavarzano, che puntano a cambiare il volto del capoluogo dolomitico. Alla chiamata di Palazzo Rosso hanno risposto Ater Belluno, Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Ulss 1 Dolomiti, Bim GSP, Bim Infrastrutture e Ser.S.A., con il sostegno della Provincia di Belluno, RFI – Rete Ferroviaria Italiana e FIAB – Federazione italiana ambiente e bicicletta. Alla redazione dei progetti hanno lavorato 26 tecnici dei vari enti, oltre a un tecnico esterno.

«Abbiamo lavorato su progetti nuovi – sottolinea l’assessore alla rigenerazione urbana di Belluno, Franco Frison – arrivando a presentare questi studi di fattibilità in appena 120 giorni. Se otterremo i finanziamenti, potranno poi essere ulteriormente sviluppati, corretti e migliorati».

I progetti sono stati raggruppati in tre proposte, per le quali il bando ministeriale prevede interventi per un massimo di 15 milioni di euro. Fra 90 giorni la commissione selezionerà le migliori proposte. Poi, dopo altri 60 giorni verrà stilata la graduatoria finale; da qui, gli enti che si saranno aggiudicati il finanziamento avranno 240 giorni per redigere i progetti definitivi.

Sul piano “Belluno 2030” punta forte anche Ater. «Per noi questa è un’opportunità – commenta la presidente dell’ente, Ilenia Rento – per poter anche cambiare in parte pelle. Non più solo edilizia popolare, ma anche una rinnovata e proficua collaborazione con gli altri enti del territorio. Non puntiamo più solo a migliorare la qualità abitativa, ma anche a migliorare la qualità della vita del nostro territorio, anche in ottica di lotta allo spopolamento». Si tratta però anche di un deciso investimento economico, come ricorda il direttore Alberto Pinto: «Si tratta di 12,5 milioni di euro, tutti investiti nel comune di Belluno».

Definito il piano, ora non resta che incrociare le dita. E se le proposte non dovessero essere accolte? «Poco male – commenta Frison – perché potremo sempre riutilizzarle in altri bandi. Per esempio nel secondo bando per la Rigenerazione urbana, pubblicato dieci giorni fa».

Il dettaglio di tutti i progetti presentati è visionabile qui sotto:

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