
Acqua-energia-euro. La catena di montaggio dell’idroelettrico porterà nuove risorse al territorio bellunese. Così prevede un emendamento passato lo scorso gennaio, che va a modificare il decreto legislativo 79/1999 e la legge 134/2012. Tradotto: le grandi centrali diventano automaticamente di proprietà della Regione alla scadenza della concessione; in più, fin da subito, i concessionari devono fornire una quota gratuita di energia ai territori su cui insistono gli impianti idroelettrici.
La novità è che lunedì andrà in giunta a Palazzo Balbi la legge regionale sulla monetizzazione di questa quota di energia.
«Si avvia l’iter di una legge epocale, soprattutto per la provincia di Belluno – afferma l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin -. Viene disposto che i proprietari delle concessioni debbano cedere una certa quantità di energia alla Regione, che poi la distribuisce sul territorio. In realtà, anziché dare energia, noi prevediamo che vengano erogati i corrispettivi economici. Saranno milioni e milioni di euro che arriveranno nelle casse della Regione e nel caso specifico della Provincia di Belluno. Milioni di euro per erogare servizi ai cittadini. Una vera e proprio autonomia».
Nozze con i fichi secchi? La domanda è legittima. Perché arriveranno anche soldi sonanti. Ma per i servizi serve il personale. E la Regione, come la Provincia e gli altri enti locali, è a corto di dipendenti. «Hanno tagliato in modo lineare il personale a tutti gli enti pubblici – conclude Bottacin -. Quindi è difficile erogare i servizi, senza il personale per farlo. Ad ogni modo, poter contare su queste risorse è un passo importante nella partita dell’autogoverno del territorio».