No ai clienti da fuori Comune: estetisti e parrucchieri penalizzati

No ai clienti da fuori Comune: estetisti e parrucchieri penalizzati

La zona arancione pressoché ininterrotta da Natale sta creando diversi danni a molti settori economici. Tra i più penalizzati, parrucchieri ed estetisti, che con le ultime novità anti-Covid non possono più ricevere clienti da fuori Comune (con le deroghe solamente per chi abita in Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti, e comunque all’interno di un raggio di 30 chilometri). «In questo modo il fatturato viene drasticamente ridotto. E si perde il rapporto diretto consolidato tra parrucchiere e cliente, tra estetista e cliente, in un settore in cui la fiducia è parte fondamentale del nostro lavoro – afferma Ivana Del Pizzol, presidente degli acconciatori di Confartigianato Belluno -. Un danno enorme, soprattutto se sommato ai provvedimenti che nell’ultimo anno ci hanno già fortemente penalizzato».

Gli uffici di Confartigianato Belluno stanno lavorando da giorni per rispondere alle richieste di informazioni delle imprese associate. «Abbiamo ricevuto segnalazioni dalle centinaia di attività del benessere nostre associate perché i clienti chiedono di recarsi da loro spesso fuori Comune – conferma il direttore, Michele Basso -. Non nascondiamo il nostro imbarazzo nel dover rispondere che con le attuali misure anti-Covid recarsi dal parrucchiere fuori Comune è tra le attività non concesse, anche perché in altre province d’Italia sono state date interpretazioni diverse della norma, consentendo gli spostamenti nei Comuni adiacenti».

La richiesta di Confartigianato Belluno è di aprire indistintamente agli spostamenti fuori Comune per raggiungere il parrucchiere di fiducia, l’estetista o il servizio alla persona.

«La priorità resta ovviamente la protezione della salute, ma nelle nostre attività non si prende il virus – continua Del Pizzol -. I nostri saloni sono sempre stati abbondantemente sanificati, già prima che arrivasse la pandemia da Covid-19, perché utilizziamo particolari accorgimenti. Non appena ci è stato possibile riaprire, dopo il lockdown, abbiamo ottemperato a tutte le misure necessarie: oggi nei saloni accede un cliente alla volta, solo su appuntamento; non c’è rischio di assembramento e gli operatori sono scrupolosi nel rispetto delle regole. Il rischio vero semmai è un altro, il dilagare dell’abusivismo della professione: quello sì faciliterebbe la diffusione del virus, in maniera incontrollata, oltre a diventare strumento di evasione fiscale e di lavoro nero».

«Siamo stufi di dover sottostare alle interpretazioni delle norme – conclude Del Pizzol -. Serviranno i ristori, per far fronte alle difficoltà che si sommano ormai da mesi. Nel frattempo chiediamo solamente di poter lavorare, nel pieno rispetto delle regole. Anche con i nostri clienti affezionati che arrivano da fuori Comune».

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