Folta presenza bellunese, a Parma, dove ieri (19 marzo) Coldiretti e agricoltori hanno manifestato contro i cibi sintetici prodotti in laboratorio. Diversi mezzi sono partiti dalle Dolomiti bellunesi, insieme alla presidente di Coldiretti Belluno Chiara Bortolas e alla vice presidente della Provincia Silvia Calligaro.
«Abbiamo avuto un confronto aperto e costruttivo con i vertici dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, un’agenzia dell’Unione europea istituita nel 2002, ndr). Abbiamo apprezzato la grande disponibilità ad ascoltare le nostre istanze e a chiarire le procedure di valutazione che l’Autorità applica per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei. È un importante successo per i 20mila agricoltori che sono arrivati qui a Parma. Un momento di grande rappresentanza democratica, che rafforza il patto tra agricoltori e cittadini consumatori che avranno maggiori garanzie di tutela. La nostra iniziativa fin dal primo momento aveva l’obiettivo di rafforzare la ricerca medica e il ruolo di Efsa, ora continueremo il nostro impegno a Bruxelles per ulteriori potenziamenti delle regole e della trasparenza sui cibi fatti in laboratorio e sui prodotti ultraformulati». Così il presidente e il segretario di Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo dopo essere stati ricevuti dai vertici dell’Efsa al termine della manifestazione indetta dall’organizzazione che ha portato a Parma 20mila agricoltori provenienti da tutta Italia. Soddisfazione, dunque, da parte di Coldiretti, per l’impegno dell’Efsa nel condurre ogni analisi necessaria su ogni singolo prodotto notificato, includendo test pre-clinici e clinici sui cibi derivati da colture cellulari e da fermentazione di precisione.
«Abbiamo apprezzato la disponibilità dell’Efsa – sottolinea Coldiretti – anche ad accogliere con favore la conferma che le richieste di autorizzazione presentate prima del 1° febbraio 2025 saranno valutate secondo i più alti standard scientifici, utilizzando criteri aggiornati contenuti nelle ultime linee guida. Questo rappresenta una garanzia fondamentale per assicurare che ogni nuovo alimento venga sottoposto agli stessi rigorosi parametri di sicurezza, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda. Positiva anche la volontà dell’Efsa di operare con totale trasparenza, garantendo l’accessibilità pubblica delle informazioni relative ai prodotti notificati, agli studi richiesti e al processo di valutazione scientifica. Questo aspetto è cruciale per garantire la fiducia dei cittadini e degli operatori del settore agroalimentare».
PROVINCIA
«No al cibo costruito in laboratorio, sì alla naturalità e alla genuinità che viene prodotta quotidianamente e portata in tavola grazie al lavoro e dal sacrificio di agricoltori e allevatori. Tanto più in montagna, dove il settore primario oltre a “dar da mangiare” crea le condizioni per la tutela e la cura del paesaggio» ha detto la vice presidente della Provincia di Belluno, Silvia Calligaro, delegata all’agricoltura, che ha seguito la delegazione di agricoltori bellunesi in manifestazione a Parma. «Non abbiamo bisogno di laboratori che producono cibo sintetico e neppure di politiche comunitarie che considerino come prodotto da portare in tavola gli alimenti cellulari. Abbiamo bisogno invece di mettere gli agricoltori e gli allevatori nelle condizioni di svolgere il lavoro che sanno fare, cioè produrre cibo e alimenti di ottima qualità, che sono il fiore all’occhiello del Made in Italy. Abbiamo bisogno di semplificazione, di misure adeguate per far sì che il settore primario in montagna possa continuare a operare e costituire quella leva in grado di creare lavoro, sviluppo e contrasto allo spopolamento».