La memoria deve essere condivisa, ma anche inclusiva. Soprattutto se è legata a una delle pagine più cupe del Dopoguerra italiano: il riferimento è al disastro del Vajont, di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario.
A tale proposito, il programma orientato a ricordare la tragedia, con le sue duemila vittime, è stato aperto in via ufficiale da un progetto davvero lungimirante: lo ha ideato una studentessa rodigina Paola Garbin. Da una tesi di laurea, infatti, è nato un libro tattile che abbraccia le testimonianze di sopravvissuti e superstiti, oltre alla storia del territorio. Libro che è pensato per i non vedenti, e in generale per le nuove generazioni, affinché tutti siano legati dal filo della memoria.
Tutti, nessuno escluso.
Lo stesso libro è stato donato alla comunità ed è racchiuso in una custodia in legno, appositamente realizzata dallo scultore e artista Mauro Lampo.