Con i primi tepori primaverili ricominciano a fare capolino. Dalle intercapedini delle tapparelle, sotto i vasi di fiori nei terrazzi. In tutti quei posti riparati in cui hanno passato l’inverno. Il freddo (praticamente inesistente quest’anno) non le ha stecchite. Le cimici asiatiche sono pronte a riprendersi la scena. Con sonore conseguenze sulle colture bellunesi, frutta e ortaggi in particolare. Ma a quanto pare, c’è una soluzione possibile: si chiama vespa samurai (nome scientifico Trissolcus Japonicus).
È un insetto grande pochi millimetri, simile a tutte le altre vespe. La peculiarità però è un’altra: si sviluppa a spese delle uova delle cimici; depone le sue all’interno di quelle della cimice e lì si sviluppa fino a diventare adulto. Di fatto ne impedisce la nascita. Insomma, è il nemico numero uno degli insetti puzzolenti. E sarà usata in una vera e propria “guerra biologica”. Anche a Belluno.
«C’è una buona notizia che riguarda la lotta alle cimici asiatiche. Il gruppo di lavoro della Provincia di Trento e la Fondazione di ricerca “Edmund Mach”, collegata anche all’istituto San Michele all’Adige, stanno raccogliendo una quantità elevata di cimici». Lo annuncia Dario Bond, che nei giorni scorsi ha contattato proprio il gruppo di lavoro.
«Ho contattato personalmente il servizio – spiega il deputato di Forza Italia – e ho avuto notizia della loro disponibilità a estendere questo lavoro biologico anche al territorio della provincia di Belluno. Anche da noi quindi, al di là delle chiacchiere, si potrebbe cominciare attivamente a combattere la cimice, con un metodo innovativo e utile al territorio. Non si usa chimica, non si usano sostanze antiparassitarie, ma si interviene con la lotta biologica».