Turismo, energia e sperimentazione: ecco il programma anti-spopolamento

Turismo, energia e sperimentazione: ecco il programma anti-spopolamento

 

Scacco matto allo spopolamento in sei semplici mosse. Quelle che la Provincia ha proposto al ministro Boccia e che oggi pomeriggio sono state presentate all’assemblea dei sindaci. Alta formazione e lavoro, con il coinvolgimento del Cnr per sperimentare a Belluno nuovi brevetti e attrarre nuovi investimenti. Cura dell’ambiente, ricreando la filiera del legno e quella delle malghe. Sviluppo del turismo (per davvero). Infrastrutturazione del territorio (per davvero). Aiuti concreti alle famiglie. E una gestione unica e provinciale della produzione idroelettrica. «Non un libro dei sogni» ha detto il presidente Padrin. «Ma proposte attuabili per invertire il trend dello spopolamento». Di fatto, le sei azioni presentate al ministro e ai sindaci costituiscono l’intelaiatura su cui costruire la provincia di Belluno del futuro. Altrimenti i dati parlano chiaro: tra meno di cinque anni il territorio scende sotto quota 200mila abitanti. E da lì, è un attimo arrivare al punto di non ritorno.

IL DETTAGLIO

La prima azione del programma anti-spopolamento guarda con interesse al Cnr, in particolare a quei dipartimenti che possono avere attinenza con le caratteristiche del territorio bellunese (geologia, ingegneria dei materiali e simili). L’idea è quella di sviluppare progettualità e incubazione di progetti innovativi, per dare uno sbocco in loco ai giovani; ma anche per riqualificare alcuni siti industriali oggi dismessi e attrarre potenziali investitori.

All’interno dell’azione di riqualificazione della filiera forestale, la Provincia intende giocarsi la tempesta Vaia come una carta positiva. Come? Ripristinando il pascolo dove il maltempo ha cancellato il bosco; e impiantando malghe e caseifici, esattamente come fanno da tempo Trento e Bolzano. I benefici per un piccolo circuito turistico sono pressoché immediati.

Già, il turismo: la terza mossa punta a creare “pacchetti” pronti da proporre ai tour operator, in sinergia con il resto del Veneto. E magari lanciando finalmente il marchio unico “Dolomiti le montagne di Venezia”.

Quanto alle infrastrutture, occhio alla ferrovia, ma anche ai collegamenti stradali, quanto mai fondamentali in una provincia dalle grandi distanze. Attenzione particolare anche allo sviluppo della banda larga, che consentirebbe la diffusione di nuovi servizi. Infine, aiuti alle famiglie sotto forma di contributi per l’infanzia e il trasporto scolastico (già oggi agevolato con “Investi scuola); e gestione diretta delle grandi centrali idroelettriche, le cui concessioni scadono nel 2029.

IL COMMENTO

«Il ministro Boccia ha già avuto modo di apprezzare questo programma – ha detto Padrin -. Non si aspettava neanche lui che il nostro spopolamento fosse così avanzato. Per cui queste azioni saranno affrontate nel dettaglio durante gli Stati Generali della Montagna, a Roma a fine gennaio».

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