In sella sui Balcani: l’incontro con l’imprenditore bellunese in Albania

In sella sui Balcani: l’incontro con l’imprenditore bellunese in Albania

A pochi giorni dall’elezione di Sindi Manushi prima sindaca di origine albanese in un Comune italiano, Pieve di Cadore, e in vista del passaggio del Giro d’Italia tra le strade del territorio, un gruppo amatoriale di ciclisti italiani sta conducendo un giro nei Balcani.

Sono in venti, hanno tra i 60 e 78 anni e sono partiti chi da Belluno, chi da Treviso o Vicenza, imbarcati ad Ancona per raggiungere Igoumenitsa, da lì hanno inforcato le loro bici con l’obiettivo di percorrere 1600 chilometri in 15 tappe, attraversare sette frontiere e sette Stati per poi ritrovarsi il 1 giugno a Gorizia e festeggiare insieme al loro sponsor, Ciemme Liquori, i 75 anni dalla fondazione. A seguirli due amici in furgone che li supportano in ogni necessità e preparano il pranzo ogni giorno a metà percorso. 

Lunedì scorso il gruppo è arrivato a Scutari: la “città della bicicletta”. E i cui punti di forza sono numerosi: oltre a possedere un bellissimo centro storico, la Chiesa dedicata a Madre Teresa di Calcutta nella piazza principale e una delle fortezze più grandi dei Balcani, è da sempre considerata la “capitale della cultura albanese“. 

I ciclisti avevano però un obiettivo specifico in questa tappa: visitare l’azienda di un imprenditore bellunese che ha iniziato proprio qui, 7 anni fa, a produrre abbigliamento sportivo e da ciclismo conto terzi per primari brand europei e americani. Gabriele De Bettio, come ha evidenziato il gruppo in visita, ha saputo mettere insieme nel suo progetto l’opportunità per alcune aziende italiane di produrre a costi competitivi con una logistica efficace se si pensa che la merce entra in Italia anche il giorno successivo alla sua produzione rispetto alle settimane o mesi richiesti dalle produzioni asiatiche.

In quest’ottica e anche in seguito alle criticità messe in luce dal periodo pandemico è sempre più forte la richiesta di rilocalozzare produzioni precedentemente portate in Asia. Nello stesso tempo l’azienda offre una possibilità di reddito a molte famiglie albanesi avendo ad oggi 150 dipendenti. 

Con orgoglio hanno notato che il know how aziendale comprende le persone, i processi e le tecnologie. Un mix tra tecnologia adeguata a tempi e bisogni della nostra epoca unita all’antico lavoro manuale, sartoriale e preciso condotto principalmente da donne.

Quindi hanno ripreso il loro viaggio che vuole essere innanzitutto esperienziale per approfondire temi riguardanti cultura e tradizioni, contrasti e contraddizioni di popoli che ancora oggi nel ventunesimo secolo hanno bisogni enormi. La tappa successiva li ha visti ospiti dell’Ambasciatrice italiana in Montenegro con cui hanno trattato temi quali la delocalizzazione e lo spopolamento delle zone rurali.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto