Non è uno dei brani più conosciuti di Jovanotti, ma è sicuramente fra i più intensi e ricchi di significato: “L’alba”. Ce lo fa scoprire la cantante Jessica Da Re
Non si può tornare indietro…
Parole semplici e di uso quotidiano che arrivano con una forza dirompente a ricordarci di vivere il presente e progettare il futuro.
Attimo dopo attimo ciò che accade è già passato. Non esistono sconti e cancellazioni, il disco non si può riavvolgere. Questa è l’unica regola del gioco della vita. Ascoltando questi pochi versi penso a tutte le volte che la nostra mente rimane ancorata alle cose che si sarebbero potute fare e non abbiamo fatto o avremo voluto fare in modo diverso.
Quando si agisce si è sempre spinti da qualcosa di forte che giustifica ogni scelta.
“Puoi tentare di salire di livello o restare dove sei”. Sta a noi la scelta, il desiderio di migliorare e di pensare alla crescita senza condizionamento, o la scelta di restare passivi e lasciare che gli altri facciano per noi, o semplicemente la scelta di essere parte di un sistema.
Non si tratta di una condizione isolata, umana o singolare, ma di una collettiva perché ogni dimensione individuale è replicabile.
Abbiamo cambiato il mondo. Abbiamo agito secondo principi di scarsa lungimiranza creando soluzioni momentanee e apparentemente migliorative. “Ciò che un giorno era stato un futuro entusiasmante ora è un cumulo di macerie”.
L’uomo agisce in difesa di se stesso e la paura lo porta il più delle volte a nascondersi. Ognuno di noi teme il giudizio e non si rivela agli altri, ma così facendo si dimentica anche di se stesso. Il giudizio risponde solo a convenzioni fittizie, spesso imposte e ingiustificate che ignorano la soggettività. “Tribunali improvvisati” che nascono per le strade, tra un rimbalzo e l’altro d’ignoranza, superbia e presunzione.
Tuttavia l’uomo ritrova la sua dignità nel momento in cui incrocia il suo pari. Non esiste nulla che possa eguagliare il contatto umano. Guardare l’altro negli occhi è un atto di coraggio, un attimo nel quale ci si svela profondamente e reciprocamente. È lo spazio dell’intesa che annulla giudizi e pregiudizi dando origine alla dignità.
È il momento della rivelazione, della luce, dell’Alba che, nonostante ritorni giorno dopo giorno, è sempre illuminazione, novità, sorpresa e bellezza rinnovata.
L’alba è la luce alla fine di un viaggio sia esso fisico o esistenziale. L’alba è la prima ricompensa della fragilità quando ci si sente sospesi, è la prima luce per potersi guardare di nuovo.
L’alba è quel momento che ci ricorda che abbiamo attraversato il buio per cercare la libertà, e nel farlo abbiamo creato quel “margine per cominciare a vivere” anche quando tutto sembrava perduto e senza punto di ritorno.