Hydrobond, 10 milioni per investimenti sugli acquedotti

Hydrobond, 10 milioni per investimenti sugli acquedotti

La rete idrica bellunese è un colabrodo. Lo certificano i numeri dell’Istat: il 68% dell’acqua immessa negli acquedotti non arriva a destinazione. Belluno è tra i capoluoghi peggiori d’Italia: fa peggio di Siracusa e solo lievemente meglio di Latina e Chieti, le maglie nere a livello nazionale.

Un problema già noto. Ma un piano per migliorare la rete degli acquedotti c’è: vale 215 milioni di euro ed è stato approvato dal Consiglio di bacino Dolomiti Bellunesi (ovvero i sindaci).  Tra le principali opere in programma il nuovo acquedotto Piaia-Vena d’Oro a Ponte nelle Alpi, la sostituzione di più porzioni di rete idrica lungo la dorsale della Sinistra Piave e della Val Canzoi, il restyling di molteplici sorgenti a Gosaldo, Livinallongo, Falcade ed Alleghe, la realizzazione di serbatoi di accumulo ad Agordo e Vodo di Cadore, la posa di nuove tratte di acquedotto ad Agordo, Calalzo, Colle Santa Lucia e San Tomaso Agordino, l’installazione di impianti di disinfezione, la costruzione di depuratori ad Alleghe, Santo Stefano di Cadore, Val di Zoldo e l’ammodernamento di quelli di Sedico, Belluno, Cortina e Livinallongo, la posa di nuove fognature a Cortina, San Gregorio nelle Alpi e Santa Giustina, la sostituzione massiva dei misuratori d’utenza, oltre alla digitalizzazione delle attività.

Parte dei soldi (10 milioni in totale) arriveranno grazie agli “Hydrobond 2022”, emessi recentemente da Viveracqua, il consorzio che riunisce le 12 aziende idriche pubbliche del Veneto, tra cui anche Bim Gsp. L’operazione (finanziata da Banca Europea per gli Investimenti, Cassa Depositi e Prestiti e Kommunalkredit Austria AG) porterà nelle casse delle utility venete 148,5 milioni di euro: di questi, 10 milioni saranno destinati al Bellunese.

«Si tratta di un’operazione strategica – spiega Attilio Sommavilla, presidente di Bim Gsp – che ci consentirà, da un lato, di destinare nuove risorse economiche a sostegno degli investimenti, beneficiando di tassi ridottissimi e tenendo al minimo l’incidenza in tariffa; dall’altro, ci permetterà di parametrare la durata dei debiti generati dagli investimenti ad un orizzonte temporale molto più lungo e in linea con la vita utile delle opere che andremo a realizzare. Un’opportunità importante, quindi, per mettere a terra nuovi cantieri e adeguare le nostre sorgenti, ammodernare gli acquedotti, ridurre le perdite, estendere le reti fognarie e costruire depuratori, il tutto affiancato da innovazione, tecnologia e digitalizzazione. Sfide non semplici, ma sulle quali non possiamo più derogare, perché la tutela ambientale, patrimonio di tutti, e la salvaguardia della risorsa idrica, sempre più scarsa, sono la garanzia di un futuro sostenibile che dobbiamo garantire a chi verrà dopo di noi. Non secondario, infine, il sostegno che potremo dare allo sviluppo della nostra provincia e all’economia, all’occupazione e all’indotto, fattori essenziali per la crescita del territorio».

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