Galleria Comelico, tra sindaci e Anas una nuova fumata nera

Galleria Comelico, tra sindaci e Anas una nuova fumata nera

Fumata nera in galleria. E non si vede ancora luce in fondo al tunnel. Ennesimo nulla di fatto nel braccio di ferro tra sindaci e Anas in merito alla chiusura della galleria “Comelico” sulla Ss52 Carnica, per lavori di manutenzione e ammodernamento che la società giudica “urgenti e improcrastinabili”. In ballo, come è noto, c’è il futuro prossimo di un’intera vallata, preoccupata per i due anni di lavori previsti, che rischiano di sferrare un colpo mortale all’economia e alla demografia della zona, che già da tempo non vivono un momento sfavillante.

Ieri i primi cittadini dei cinque Comuni del Comelico (più i sindaci di Auronzo e Sappada e Alfredo Comis in rappresentanza del comitato civico “Galleria Comelico bis”), affiancati dai loro tecnici hanno incontrato i rappresentanti di Anas e il prefetto, Mariano Savastano.

Due ore di confronto che hanno però partorito il classico topolino. «Anas non ha cambiato di una virgola la sua posizione – lamenta Comis – aprendo solamente ad una modifica delle fasce orarie. Dal senso unico alternato ogni due ore al transito ogni mezz’ora». Una proposta che i sindaci, compatti, giudicano irricevibile. «Di fatto non l’abbiamo nemmeno presa in considerazione – aggiunge Giancarlo Ianese, sindaco di Danta e presidente dell’Unione montana del Comelico – perché per noi la priorità resta l’evitare la chiusura della galleria per due anni». Leggasi ripristino della vecchia “Strada della Valle”, dismessa dopo la realizzazione della galleria. «Anas dice che non è di sua competenza perché la strada è adesso comunale – proseguono Comis e Ianese – e ci ha invitato a trovare i soldi per la sua sistemazione. Noi ci stiamo provando, ma di certo è molto più semplice farlo per una società come Anas».

Una nuova riunione è stata fissata per il prossimo 10 marzo, ma i presupposti per superare lo stallo non paiono esserci. «Anche a causa del comportamento di Anas – attacca Ianese – che sta denotando molta arroganza e non intende ascoltare il territorio». Nessun passo avanti nemmeno sulle tempistiche: «I tecnici della società non ci hanno fornito ancora delle date precise», spiega Comis, «ribadendo solo il fatto che gli interventi per loro non sono rinviabili in nessun modo».

Resta in piedi la strada della politica. Ieri il deputato di Forza Italia, Dario Bond, ha lanciato un appello al ministro Federico D’Incà: «Organizzi nel più breve tempo possibile un incontro con l’ingegner Aldo Isi, direttore generale di Anas e persona ragionevole, con tutti i parlamentari della provincia di Belluno e con una rappresentanza delle comunità comeliane. È necessario che Anas nazionale comprenda la pressione che arriva dal territorio e studi modalità alternative per tenere la galleria aperta durante le lavorazioni. È impossibile che gli uffici regionali di Anas adottino una posizione così rigida verso la montagna bellunese. Gli amministratori di Anas e il ministro Giovannini devono sapere cosa accade sui territori, lontano da Roma».

Ma se anche questa strada dovesse rivelarsi senza uscita? Che fare? Ianese non si sbilancia, ma è chiaro che sindaci e comitato non escludono il ricorso alle vie legali: «Per il momento non posso e non intendo dire nulla – le parole del sindaco di Danta – ma di certo non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci».

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