Fratelli d’Italia: «Lo spaccio in stazione? Da troppo si finge di non vedere»

Fratelli d’Italia: «Lo spaccio in stazione? Da troppo si finge di non vedere»

 

Un uomo di nazionalità marocchina denuncia fenomeni diffusi di spaccio nella stazione di Belluno. E Fratelli d’Italia prende posizione: «Meno male che in questo caso è un cittadino straniero ad alzare la voce. E a evidenziare che, da quando frotte non controllate, o quantomeno non adeguatamente monitorate, di immigrati stazionano in città, alcune problematiche sono cresciute in modo esponenziale. Proprio per la provenienza della segnalazione, ritengo non si possa parlare di razzismo», afferma la presidente del Circolo cittadino, Monica Mazzoccoli. 

«Fratelli d’Italia da sempre sostiene che l’accoglienza incondizionata e la tolleranza senza controllo e senza misura, avrebbero portato il rischio di tirarci in casa certe problematiche. Il blocco delle partenze di persone disperate dalle coste libiche e una selezione attenta di chi facciamo entrare in Italia appaiono sempre più misure doverose. Forse a Belluno i fenomeni di spaccio, prostituzione, furti, scippi, non hanno le dimensioni che hanno in altre città, in cui ci sono interi quartieri in balia degli sbandati. Ma io, madre di figli adolescenti e cittadina di una città-gioiello come Belluno – conclude Mazzoccoli – non posso non avvertire forte preoccupazione. E, naturalmente, esprimo la solidarietà, mia personale e del circolo bellunese di Fdi alla famiglia della ragazzina». 

Sulla stessa lunghezza di pensiero Alessandro Farina, responsabile Forze Armate per Fratelli d’Italia Belluno: «Questa denuncia ha acceso un faro su una realtà che da troppo tempo si finge di non vedere. Mi riferisco all’inadeguata applicazione delle norme, che ha reso sempre più difficile arrestare e trattenere in carcere delinquenti e spacciatori. Lo spaccio di stupefacenti è il principale affare delle criminalità organizzate, non solo italiane. La lotta all’illegalità è un compito che spetta allo Stato e bloccare il flusso di sostanze stupefacenti attraverso i nostri confini, deve essere uno dei principali obiettivi. Le azioni di contrasto sono indispensabili e devono essere costanti fornendo alle nostre forze dell’ordine un ausilio per la deterrenza e la prevenzione». 

La chiosa finale è di Filippo Osnato, portavoce provinciale «Chiudere gli occhi e fingere di non vedere i problemi che sempre più montano nelle nostre città, accusando di razzismo chiunque sollevi una questione che coinvolga un immigrato, è atteggiamento miope e pericoloso. Pericoloso soprattutto per quel processo di integrazione reale che ognuno auspica; e di questo, ormai, si rendono conto proprio quelle persone che, provenendo da altri Stati e continenti, magari di seconda generazione, ormai in Italia si sono integrati. Sia chiaro, dove presente, il razzismo è realmente una piaga che va combattuta ed estirpata, ma questa opera va fatta senza sterili preconcetti che leggono l’immigrato sempre vittima e l’italiano sempre cattivo». 

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