Si vedono appena a occhio nudo, perché superano di poco il mezzo millimetro. Eppure sono formidabili aiutanti. Grazie alla loro “collaborazione” infatti è possibile conoscere lo stato di salute di un fiume. Sono i macroinvertebrati bentonici. Insetti, crostacei microscopici, piccolissimi molluschi. Dagli anni Settanta vengono usati per le analisi dei corsi d’acqua. E proprio in questi giorni stanno diventando protagonisti in quel di Sovramonte.
A Moline i tecnici Arpav stanno verificando la qualità ambientale del torrente Cismon prima delle operazioni di svaso della diga di Val Schener. In che modo? Semplice: effettuano il campionamento e l’analisi dei macroinvertebrati bentonici fluviali. L’attività è preliminare alle operazioni di sfangamento che saranno prossimamente condotte dalla società che gestisce l’invaso idroelettrico a monte. «Il metodo utilizzato consente di descrivere la variabilità nello spazio e nel tempo della comunità di macroinvertebrati bentonici che vive almeno una parte del ciclo vitale sul fondo dei corsi d’acqua, grazie a meccanismi di adattamento che permettono di resistere alla forza della corrente e alla vita subacquea – fanno sapere i tecnici Arpav -. Tali organismi hanno un ciclo vitale lungo e quindi sono ottimi indicatori dello stato di salute dei bacini idrografici».
Quando saranno passati sei mesi dalle operazioni di manutenzione, l’attività di Arpav sarà ripetuta. Occorre infatti verificare che la fauna macrobentonica acquatica abbia “ritrovato” le proprie condizioni di vita ottimali.