Bando latterie, 13 i progetti finanziati

Bando latterie, 13 i progetti finanziati

Migliorare funzionalità e competitività della filiera del latte bellunese. Ora è possibile, grazie al bando a sostegno delle latterie bellunesi. Un milione 550mila euro la dotazione. Di questi, 1 milione 300mila sono a carico del Fondo per i Comuni confinanti. Il resto (250mila euro) li mette Palazzo Piloni, per raggiungere anche i territori non considerati di prima e seconda fascia.

La graduatoria è pronta, ed è stata presentata ieri (22 gennaio). Sono 13 le realtà cooperative agricole finanziate. Una filiera che muove in tutto un’ottantina di aziende e impiega oltre 500 lavoratori.

«Il settore primario è fondamentale – commenta Roger De Menech, presidente del comitato paritetico di gestione del Fondo -e sostenere le latterie è importantissimo. L’obiettivo del bando era fare un’azione concreta. Ha funzionato, perché tutte le 13 domande sono state finanziate».

Il bando finanzia l’80% dell’importo previsto e copre le spese per l’acquisto di macchinari e quant’altro serve alla lavorazione, la trasformazione, l’immagazzinamento e la commercializzazione dei prodotti lattiero caseari.  Ma anche i mezzi di trasporto specialistici in grado di mantenere la catena del freddo durante il trasporto della materia prima o del prodotto finito o del siero. E pure hardware e software.

Alla base, anche la volontà di puntare sul marketing. «Saranno oggetto di interventi più avanti – spiega Michele Nenz, vicedirettore di Coldiretti – non appena la pandemia lo consentirà. Le associazioni di categoria hanno anche altre idee, importante l’appoggio della Provincia». Perché il settore ha sofferto, come gli altri, il lockdown, ma ora sta cercadno di reagire, assecondando i cambiamenti del mercato. «In primavera andavano forte mozzarella e stracchino – continua Nenz -. Ma ora le richieste sono anche altre: ad esempio sta tornando l’interesse per il burro. Questi investimenti non potevano essere posticipati, era fondamentale seguire le esigenze del mercato».

«Captare i bisogni dal basso è vincente – aggiunge il consigliere delegato all’agricoltura, Simone Deola -. Ci consente di captare i bisogni reali e di intervenire in maniera chirurgica. Replicheremo il metodo nella prossima programmazione».

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