Ricorso da parte di Comuni, Provincia e Regione. E raccolta firme da parte dei cittadini. La “trincea” contro i vincoli paesaggistici si gioca così. «Chi dice che le sottoscrizioni creano solo confusione sbaglia». Vivaio Dolomiti non usa giri di parole.
L’associazione bellunese si è schierata fin dall’inizio con il comitato del Comelico. Adesso va avanti dritta sulla strada dei ricorsi, conditi da pacchi e pacchi di firme dei cittadini. E rigetta le critiche di chi sostiene che le raccolte di sottoscrizioni servono solo a fare confusione.
«Se non si svegliava la gente avrebbero mai fatto i ricorsi? Quale ente ha mai chiesto una raccolta firme? – si chiedono i vivaisti -. L’unica confusione è nella testa di chi non ha capito che le firme certificano quanta gente vuole bene al territorio e saranno molte di più di tutti i voti che qualsiasi politico abbia mai preso nella sua carriera. Questo fa paura, e forse è proprio per questo motivo che si sta cercando di bloccare la raccolta, partita dal popolo stanco di sentirsi dire da chi pensa di avere la verità in tasca, dal suo divano di casa, cosa serve alla montagna e come la si debba gestire per darle un futuro».