Via libera ai fuoristrada in montagna, ambientalisti sul piede di guerra

Via libera ai fuoristrada in montagna, ambientalisti sul piede di guerra

Se pensavate che le montagne venete fossero riservate a escursionisti e fauna selvatica, è tempo di aggiornare le vostre mappe. Con 35 voti favorevoli e 8 contrari, il Consiglio regionale ha dato il via libera alla circolazione dei fuoristrada sui sentieri di montagna, cancellando un divieto che resisteva da anni.

Ufficialmente, la nuova legge sulla viabilità silvo-pastorale punta solo a chiarire le norme e garantire maggiore uniformità. Niente a che vedere con la caccia, assicurano i promotori. Eppure, secondo ambientalisti e opposizione, il provvedimento suona più come un invito a nozze per i 28.500 cacciatori veneti, che potranno ora attraversare le mulattiere a bordo dei loro fuoristrada.

Un semplice chiarimento normativo? Non per gli ambientalisti
Secondo il primo firmatario, Giampiero Possamai (Lega), l’obiettivo della legge è rendere più chiara la normativa vigente, evitando ambiguità interpretative. Tuttavia, Europa Verde e le associazioni ambientaliste contestano questa versione: “Si tratta di una deroga che ignora ogni principio di tutela ambientale e sicurezza”, ha denunciato Andrea Zanoni (Europa Verde).
La questione ruota attorno al concetto di “contenimento delle specie selvatiche invasive”, come cinghiali e altri animali. Mentre i cacciatori parlano di controllo, per gli ambientalisti si tratta pur sempre di caccia, e il timore è che l’apertura ai fuoristrada possa facilitare l’attività venatoria nelle aree montane.

Accesso ai sentieri: chi può passare e per cosa?
La legge prevede eccezioni per interventi emergenziali o di interesse pubblico, includendo anche privati che supportano gli enti pubblici nella gestione della fauna selvatica. I permessi di transito potranno essere concessi a: volontari per il miglioramento ambientale e la tutela della fauna; conduttori di cani da recupero, iscritti agli elenchi provinciali; operatori autorizzati per il contenimento delle specie selvatiche invasive, come i cinghiali. Inoltre, grazie a un emendamento proposto dall’opposizione, sono stati aggiunti tra i beneficiari anche gli operatori del Club Alpino Italiano (CAI), incaricati di manutenzione e posa della segnaletica sui sentieri.

Petizioni ignorate e un centrodestra compatto
Durante il dibattito in aula, Europa Verde ha presentato 175 emendamenti, cercando di limitare l’applicazione della legge, ma senza successo. Gli ambientalisti lamentano anche il mancato ascolto di 10.500 firme raccolte in due petizioni, sostenute da associazioni come WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, Italia Nostra e OIPA.
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato compatti, sottolineando che la nuova norma garantirà più chiarezza e uniformità applicativa. Tuttavia, tra accuse di favoritismi e polemiche ambientali, la legge resta al centro di un acceso dibattito.

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