I grandi amori fanno giri pazzeschi e poi ritornano. Funziona così anche per le spade. Quelle prodotte a Belluno e forgiate nella valle dell’Ardo nei secoli che furono (dal ‘400 al ‘600) e poi esportate in tutto il mondo, dalla Scozia all’Oriente. Da ieri (giovedì 12 novembre) quelle spade sono tornate in città.
Si tratta di 28 pezzi tra cui schiavone, targhe e corsesche, parte integrante del progetto Interreg “Klang – Spade di leoni e aquile”. Arrivano dal Museo Correr di Venezia, che le ha concesse in comodato d’uso. E nel 2021 saranno esposte al primo piano del museo civico, in una sala al primo piano, vicino alla stanza della collezione di Florio Miari e subito prima di quella con le teche dei gioielli antichi. «Insomma una zona che ospita nuclei collezionistici particolari e che ha a che fare con i metalli – spiega Carlo Cavalli, il curatore del Fulcis -. L’allestimento non sarà pronto prima del prossimo anno però, ora le spade dovranno essere sottoposte a un intervento di restauro: alcune sono in buono stato, altre presentano problemi di ossidazione e di patine dovute a vernici protettive».
Le armi sono arrivate in città all’interno di casse predisposte a Venezia e aperte ieri nel chiostro del Fulcis. Due pezzi di storia di Belluno che si rincontrano dopo tanti anni.
«All’inizio del ‘600 la nostra provincia produceva un milione e 100mila libbre di ferro, 500 libbre di ferro crudo e 50 tonnellate di acciaio – spiega il direttore del Circolo Cultura e Stampa, Luigino Boito -. Con questo materiale si producevano 2.000 spade per l’arsenale di Venezia e dal ferro crudo si ricavavano le palle di cannone, sempre destinate a Venezia. 72mila spade, poi, 600-700 per dieci anni, sono state inviate nel mercato dell’Inghilterra e della Scozia. Una massa enorme di un bene di altissima qualità. È stato il primo made in Italy bellunese, prima del gelato e dell’occhialeria».
«Abbiamo ripreso i contatti con il polo museale veneziano e il progetto di riportare a Belluno parte delle spade, dal momento in cui abbiamo avuto a disposizione questo straordinario museo che è Palazzo Fulcis – le parole dell’assessore alla cultura, Marco Perale -. Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di dotare il Museo di Belluno di un primo nucleo di spade, per ora 28 pezzi, che sono tipologicamente e cronologicamente diverse. Saranno un primo assaggio di quella che è stata per almeno tre secoli e mezzo una delle grandi industrie del Nord Italia. Belluno era un proto-distretto industriale che ha prodotto spade grazie all’intera filiera dei metalli, grazie alle 20 fucine della Valbelluna e al carbone delle foreste del Cansiglio. La filiera si spingeva fino al Vittoriese e su fino a Maniago».