«La fusione tra Bim Gsp e Bim Infrastrutture? Non siamo contrari a priori, ma non abbiamo informazioni». Dopo “Insieme per Belluno” anche il gruppo consiliare “Valore Comune” solleva dubbi in merito alla ventilata ipotesi di fusione tra le due società della galassia Bim. Lo fa con un’interrogazione che sarà presentata nel prossimo consiglio comunale di Belluno, in programma a fine mese.
Per Giuseppe Vignato, Mirco Costa e Riccardo Samaria manca chiarezza. «Apprendiamo dai giornali – spiega Costa – che ci sarebbe un progetto ben dettagliato, almeno stando a quel che dice il presidente di Bim Gsp, Attilio Sommavilla. Ma di cosa si tratta? Nessuno pare saperlo. Sommavilla dice che i Comuni, che ricordo essere i soci della società, verranno coinvolti a partire da settembre. Troppo tardi, vorrebbe dire intervenire a cose già fatte».
I consiglieri di “Valore comune” spiegano di non essere contrari a priori all’ipotesi di fusione. «Leggiamo che l’idea sarebbe quella di fare una multiutility – commenta Giuseppe Vignato – benissimo, è un progetto presente anche nel nostro programma elettorale. Ma il problema qui è che non sappiamo nulla di quello che si vorrebbe far fare a questa società, né come. Manca un vero piano industriale, o almeno non è mai stato presentato ai soci».
Vignato ricorda anche come dalla vendita delle reti del gas naturale entreranno nelle casse di Bim Infrastrutture circa 42milioni di euro: «Come verranno spesi questi soldi? Per noi, ad esempio, sarebbe utile investirli in un grande progetto di efficientamento energetico a favore di tutti i Comuni».
Invece, rileva “Valore comune”, verranno spesi tra gli 8 e 10 milioni di euro per la nuova sede della società, probabilmente a Levego: «E’ una spesa davvero necessaria – si chiede Vignato – dato che con il passaggio di 20 dipendenti di Bim Infrastrutture al nuovo gestore delle reti gas si libereranno spazi?».
