Vaia un anno dopo: l’evento meteo del 15-17 novembre sotto la lente

Vaia un anno dopo: l’evento meteo del 15-17 novembre sotto la lente

Le immagini di Venezia sfregiata dall’acqua altissima hanno fatto il giro del mondo. E resteranno fisse a lungo nella memoria, così come le ferite aperte del Mose. Ma il maltempo del 15-17 novembre ha provocato danni un po’ ovunque in Veneto, Bellunese compreso.

Colpa del cambiamento climatico o mancanza di manutenzione? Evento meteo eccezionale o somma di incurie? Le domande non hanno una risposta semplice. Ma forse uno sguardo ai dati pluviometrici raccolti da Arpav può essere utile.

I DATI Dopo un ottobre ai limiti dell’estivo, novembre ha cambiato decisamente rotta. I meteorologi hanno registrato una successione anomala di perturbazioni accompagnate da piogge anche forti e abbondanti, spesso a carattere sciroccale.

Fino al giorno 19 novembre in Veneto sono caduti dai 200 ai 350 millimetri di pioggia sulle zone pedemontane e sulla pianura nord-orientale, e dai 350 ai 600 millimetri su gran parte delle zone montane con punte massime di 630-710 millimetri nel Bellunese. Attenzione: le cifre rappresentano la somma di 19 giorni; ad esempio, il pluviometro di Soffranco (Longarone), una delle località più piovose della provincia di Belluno, ha registrato 186 millimetri di pioggia il giorno 15, il venerdì di grande pioggia e allerta meteo; e 137 millimetri domenica 17.

È vero che in alcune zone i totali pluviometrici registrati in poco più di due settimane hanno già superato i valori che mediamente si raggiungono nell’arco dell’intera stagione autunnale. Ma i numeri di Vaia sono tutt’altra cosa. Non c’è record, quindi.

VAIA Nell’ottobre 2018, nelle tre giornate tra il 27 e il 29, la stazione meteo di Soffranco aveva registrato ben 715,8 millimetri di pioggia. A Sant’Andrea di Gosaldo il dato si era fermato a 658 millimetri (contro i 326 della perturbazione 15-17 novembre 2019).

Per fortuna l’evento del 2018 non si è ripetuto. La paura c’era e ha segnato l’allerta meteo, con tanto di chiusura delle scuole. I danni comunque si sono verificati ugualmente. La domanda resta: c’è solo il meteo, o la carenza di manutenzione ci mette lo zampino?

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