Vaccino anticovid, Pd: «Zaia sostenga legge per obbligatorietà sanitari»

Vaccino anticovid, Pd: «Zaia sostenga legge per obbligatorietà sanitari»

«Dev’essere introdotto l’obbligo del vaccino contro il Covid per il personale sanitario e sociosanitario: è necessario tutelare malati, anziani e disabili ed evitare che il sistema ospedaliero e assistenziale collassino. Serve un provvedimento nazionale, perciò invitiamo la giunta a promuovere la nostra proposta in sede di Conferenza Stato Regioni e Province autonome e con il governo. Il ministro D’Incà è apparso favorevole, dai parlamentari arrivano segnali positivi, chiediamo a Zaia di rafforzare la posizione del Veneto e insistere in tal senso: siamo in una situazione difficilissima, l’obiezione di coscienza non può essere tollerata». 

A dirlo è Anna Maria Bigon, esponente del Partito democratico veneto e vicepresidente della commissione Sanità, prima firmataria della mozione, sottoscritta dal capogruppo Giacomo Possamai e dalle colleghe Vanessa Camani e Francesca Zottis, con cui i rappresentanti dem chiedono alla Regione di agire affinché sia introdotto nella legislazione statale l’obbligo vaccinale per chi opera in contesti sanitari e sociosanitari, pubblici e privati. 

«Ci auguriamo di ricevere una condivisione totale in consiglio regionale. Chi lavora in queste strutture ha come missione proteggere i pazienti; vaccinarsi è dunque doveroso sul piano etico e deontologico. Siamo in piena terza ondata, con i contagi in rialzo, i Covid Hospital riaperti e i ricoveri nelle terapie intensive in aumento; l’unico modo per uscirne è una vaccinazione di massa, così da avvicinarci prima possibile all’immunità di gregge. Le cronache raccontano di focolai in ospedali dovuti a operatori ‘no vax’: è inaccettabile trovarsi a questo punto dopo aver avuto oltre 100mila morti solo in Italia e appellarsi alla libertà di scelta prevista dalla Costituzione. Nei giorni scorsi il tribunale di Belluno ha stabilito che la vaccinazione anti-Covid è un requisito essenziale per l’esercizio della professione, dando ragione a due Rsa che avevano sospeso dal lavoro dieci persone, tra infermieri e oss, poiché avevano rifiutato la somministrazione; all’Ipab di Bussolengo la direzione ha preso un provvedimento analogo. È giusto così – sottolinea Bigon – il comportamento individuale non può arrecare danni alla salute di altre persone, specialmente quelle più fragili. Per evitare di procedere in ordine sparso e navigare a vista, crediamo però sia indispensabile un intervento forte dello Stato: ci vuole l’obbligo vaccinale fissato per legge».

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