Avevano deciso di rifiutare il vaccino anti-Covid. Scelte personali, si dirà. Solo che erano (e sono) operatori socio sanitari, attivi in due case di riposo della provincia. E una volta messi in ferie dalle aziende per cui lavorano, hanno presentato ricorso in tribunale. Adesso è arrivata la prima risposta: il giudice del lavoro del tribunale di Belluno ha rigettato la loro istanza. I dieci operatori delle case di riposo Gaggia Lante (Ser.Sa) e Sedico servizi non avevano motivo di opporsi, in quanto la campagna vaccinale era stata disposta dal datore di lavoro come misura necessaria a tutelare la salute del lavoratore, come previsto dall’articolo 2087 del codice civile.
«Questo il principio forte richiamato dal giudice del lavoro Anna Travia – spiega Paolo Santesso, che amministratore unico della società Ser.Sa di Belluno -. La normativa si ritrova a giocare di sponda, non avendo la possibilità di affrontare in maniera diretta e chiara il tema della salute pubblica, che a a nostro avviso sarebbe il primo argomento, soprattutto per le case di riposo, dove ci sono sia lavoratori sia ospiti esposti a rischi sanitari. In ogni caso il rigetto del ricorso di incoraggia a proseguire nella ricerca di una completa copertura vaccinale per residenti e personale di assistenza».
I dipendenti che avevano rifiutato il vaccino (8 di Ser.Sa e 2 di Sedico Servizi) erano stati messi in ferie. «Ser.Sa aveva disposto due settimane di ferie per chi non aveva completato l’iter vaccinale – spiega Santesso -. Speravamo che fosse un tempo congruo in cui comparissero norme precise per dirimere la questione e anche per aiutare i dipendenti a sviluppare una consapevolezza diversa sull’importanza del vaccino in casa di riposo. Per cui il rigetto del ricorso, pur riconoscendo che il vaccino anti-Covid è uno strumento indispensabile per la tutela dei lavoratori e per contrastare la terribile epidemia, non sminuisce per nulla l’esigenza, già segnalata, che Stato e Regione intervengano per chiarire la portata dell’obbligo vaccinale, legandolo a ragioni di salute pubblica».
Intanto, in attesa di chiarimenti normativi, il primo round va ai gestori delle case di riposo. E i dipendenti che hanno rifiutato il vaccino avranno qualche giorno per tornare sui loro passi. Cosa succede se non lo faranno? Quello potrebbe essere il secondo round.