Suicidi nel comparto Difesa e Sicurezza: nasce l’osservatorio

Suicidi nel comparto Difesa e Sicurezza: nasce l’osservatorio

 

Tanti, troppi. Sono i suicidi tra il personale del comparto Difesa e Sicurezza. Gesti che molto spesso, o quasi sempre, vengono riferiti a motivi sentimentali, personali o a disturbi post traumatici da stress. «Molti dati in letteratura – afferma il presidente Assomilitari, Carlo Chiariglione – dimostrano però che esistono micro-traumi. Agiscono silenziosamente, giorno dopo giorno. E intaccano la salute psicologica delle vittime, in special modo in un ambiente lavorativo, in cui il de-mansionamento, gli squilibri e l’ingiustizia organizzativa, le prevaricazioni, le vessazioni e le minacce, possono essere frequenti e legittimate da un sistema gerarchizzato e auto giudicante». 

Questi dati sono calati in un contesto estremamente delicato: «Il risultato è che, quando anche l’individuo si rivolga alla propria organizzazione di appartenenza portando una propria difficoltà, questa non trovi accoglienza e supporto, ma anzi, vada a incidere in maniera negativa sull’affidabilità e sulla capacità lavorativa del soggetto stesso. Una simile situazione implica che gli operatori militari e delle Forze di Polizia difficilmente chiedano supporto, individuando nello psicologo una figura di valutazione e controllo piuttosto che di aiuto e sostegno. Tale resistenza è del tutto giustificabile, se consideriamo che gli psicologi interni alle organizzazioni risultano subordinati alla linea gerarchica. Ciò rende il loro intervento poco affidabile agli occhi dei colleghi operatori, che temono segnalazioni al rispettivo Comando, incorrendo quindi in giudizi e ripercussioni negative». 

Nasce dunque l’esigenza di creare un centro di supporto e di ascolto psicologico: «Centro gestito da una rete di psicologi e psicoterapeuti non appartenenti alle organizzazioni di Difesa e Sicurezza. Pertanto, in grado di garantire i principi di neutralità e astensione del giudizio, che si configurano come presupposti fondamentali nel processo di cura psicologica e della relazione terapeutica. Gli psicologi e gli psicoterapeuti dello Sportello di ascolto dell’associazione AssoMilitari – conclude il presidente Chiariglione – non avendo nessuna dipendenza politica, etica o professionale con le amministrazioni a cui appartengono i fruitori del servizio offerto, sono tenuti al segreto professionale». 

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