A rischio la nona stagione di Belluno Miraggi. Lo rende noto SlowMachine, la compagnia teatrale fiondata nel 2012 da Elena Strada e Rajeev Badhan, in un duro attacco al nuovo consiglio direttivo della Fondazione Teatri delle Dolomiti.
«Alla stagione teatrale che negli ultimi dieci anni ha portato a Belluno compagnie internazionali come Familie Flöz, Agrupación Señor Serrano, Motus, Terzopoulos, Alessandro Bergonzoni, Rezza/Mastrella, Balletto Civile, Chiara Guidi, Alessandro Sciarroni, Silvia Gribaudi, Ascanio Celestini, Roberto Latini, Silvia Gallerano, Pippo del Bono e molti altri – spiega SlowMachine in una nota – è stato comunicato, a programma per la nona edizione ultimato, che il nuovo consiglio direttivo, presieduto da Massimo Ferigutti, ha deciso di destinare per la stagione 23/24 la cifra irrisoria di 3.000 euro, oltre a chiedere il pagamento del 30% degli affitti del Teatro Comunale».
Una decisone che rischia di far saltare (è propio il caso di dirlo) il palco. «I contributi erogati dalla Fondazione Teatri in questi anni per la realizzazione di un progetto culturale che ha dei costi che sono di circa 100.000 euro non sono mai stati lontani dal 20% – aggiunge SlowMachine – un dato già talvolta insostenibile ma sempre integrato da sponsor e istituzioni, come la Fondazione Cariverona o il ministero, oltre che dagli spettatori».
Prosegue la nota della compagnia teatrale: «A questo punto viene spontaneo chiedersi dove si vogliano destinare le risorse che la Fondazione riceve dal Comune di Belluno e dalla Fondazione Cariverona: sicuramente è evidente che non vanno a sostegno di una progettualità che in 10 anni ha portato il meglio della scena contemporanea nazionale ed internazionale nella nostra città, riempito il teatro di giovani, proposto progetti di formazione con compagnie internazionali, portato a Belluno spettatori da tutta la Regione e oltre».
«Siamo esterrefatti – conclude infine SlowMachine – che una fondazione che gestisce risorse anche pubbliche venga guidata al di fuori di criteri oggettivi, siamo perplessi che si possano nominare coordinatori senza bandi, assegnare risorse per delle stagioni in maniera così poco lungimirante e attenta e senza probabilmente conoscere come funzioni il sistema teatrale nazionale e il mercato di riferimento. Ci dispiace moltissimo dover pensare di dichiarare conclusa l’esperienza di Belluno Miraggi, ma queste sono condizioni inaccettabili. Dovremo capire cosa sarà possibile fare e come proseguire la stagione che era già programmata e se troveremo altre collaborazioni e sostegni… Rispetto a tutta questa situazione lanciamo il nostro appello e ci chiediamo cosa ne pensi il Comune di Belluno, ci domandiamo come mai non tenga alla salvaguardia di eventi e professionalità che vengono apprezzati al di fuori dei confini provinciali e regionali e che danno linfa culturale al territorio».