Progetti ammessi, apprezzati, meritevoli. Ma non finanziati. È la sorte della rigenerazione urbana in provincia di Belluno. Una sorte non esclusiva della montagna dolomitica, ma di tutto il Nord Italia. A guardare le graduatorie del bando 2 (il secondo lanciato dal governo in tema di riqualificazione degli spazi urbani dismessi), si vedono solo 30 milioni finanziati in Veneto, su 3,4 miliardi di euro a disposizione.
«È inaccettabile» tuona il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. In effetti, il capoluogo aveva presentato 13 progetti. «Tutti accolti, ma non c’è copertura finanziaria» spiega il primo cittadino, che si sta muovendo con i colleghi sindaci in Anci Veneto e Anci nazionale per protestare.
«Il governo aveva promesso di finanziare tutti i progetti ammessi, invece mancano 900 milioni di euro di copertura» dice Massaro. «La maggior parte delle risorse invece va al Sud, perché la graduatoria è stata basata sull’indice di vulnerabilità sociale. Belluno che è una città tranquilla, sicura e avanzata, finisce in coda».
In pratica, Belluno sta troppo bene secondo i criteri statali. E quindi è costretta a rimanere ferma. Tra i progetti presentati da Palazzo Rosso c’era anche il rilancio del Nevegal, con 4 milioni di euro di investimento. «Non potremo farlo partire, finché non arrivano i fondi promessi» dice Massaro. «Se i soldi arriveranno, faremo le opere previste. Altrimenti niente».