«Settore legno: il divario tra noi e l’Austria è diventato enorme»

«Settore legno: il divario tra noi e l’Austria è diventato enorme»

Manca legno nel Bellunese. E il senatore leghista, Paolo Saviane, prende posizione. «Serve fermarsi un attimo a riflettere, il gap tra noi e l’Austria è diventato enorme. Ci sono accordi stretti con l’America che oggi ci mettono in difficoltà».

Per questo Saviane proporrà nelle opportune sedi la costituzione di Consorzi forestali per un’accurata e razionale gestione del patrimonio boschivo. «Stiamo vivendo un momento molto particolare – spiega il senatore – oggi per avere il prodotto semi lavorato ci sono tempi di attesa di due o anche tre mesi, quando prima, in pochi giorni una segheria o una falegnameria del Bellunese riusciva a ottenerlo. Questo perché le segherie austriache hanno stretto contratti con l’America per vendere i semilavorati a prezzi molto più alti di quanto non vengano proposti a noi. Di conseguenza qui si resta in attesa e il comparto si blocca».

Da anni si parla del divario tra il settore legno austriaco e quello Bellunese, dove le segherie rimaste sono solo 5 (trent’anni fa erano un centinaio) e non hanno i mezzi né la potenza per effettuare la prima lavorazione della materia prima. I tronchi vengono perciò venduti all’Austria che ne trae lamellari e tutti i semi lavorati utili all’edilizia e al comparto arredo.

«Le segherie austriache si sono unite, hanno una potenza enorme e oggi sono per lo più in mano a fondi che mirano a incrementare al massimo il guadagno. Loro sono proprietari di grandi distese forestali, mentre da noi il bosco è diviso tra tanti piccoli proprietari – aggiunge Saviane -. In questo momento per noi manca la materia perché l’Austria ha importanti contratti con l’America da rispettare. Ne dobbiamo trarre una sola conclusione, che ci serva da monito: il problema doveva essere affrontato prima. Non abbiamo saputo discuterlo e ipotizzare soluzioni nei tempi giusti e adesso è diventato enorme. Bisogna creare una gestione ampia, attenta, sostenibile e razionale del bene forestale e per farlo dobbiamo ragionare insieme e unirci, mettendo in mano la materia ai Consorzi forestali».

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