Da un lato, c’è chi parla di «svolta epocale e prima vera autonomia applicata». Ed è la Regione, con l’assessore Gianpaolo Bottacin. Dall’altro, c’è chi ha «l’amaro in bocca» e manifesta delusione: ovvero, la Provincia con il presidente Roberto Padrin.
La frizione riguarda il tema dell’idroelettrico. E, in particolare, il via libera del consiglio regionale alla legge sulle “Prime disposizioni in materia di grandi derivazioni ad uso idroelettrico”.
È la legge che impone ai titolari di grandi derivazioni di «fornire alla Regione (ogni anno e a titolo gratuito) 220 kilowattora di energia elettrica per ogni kw di potenza nominale media di concessione». Nel concreto, sono diversi milioni di euro: perché la legge prevede la fornitura di energia, ma anche – su indicazione della giunta regionale – la possibilità di monetizzare il valore che equivale alla stessa energia.
«Si tratta di sostegni finanziari preziosi – ha affermato Bottacin – da dedicare a servizi pubblici e a specifiche categorie di utenti dei territori provinciali, interessati dalle derivazioni. Ancora una volta la Regione dimostra di valorizzare le specificità territoriali, che in autonomia potranno gestire le risorse a seconda delle peculiarità delle singole province. Con questa legge possiamo parlare di prima vera autonomia applicata».
Ma a Palazzo Piloni non si stappano bottiglie di spumante, anzi: «Ci lascia l’amaro in bocca il fatto che il consiglio regionale non abbia recepito gli emendamenti – sottolinea Padrin -. L’assegnazione del 100 per cento delle quote di energia alla Provincia doveva essere messa nero su bianco. La Regione stessa lo aveva annunciato chiaramente, ma così non è stato. Ritengo utile l’ordine del giorno approvato dall’aula, su proposta del consigliere Franco Gidoni. Il documento prevede che la giunta, nelle disposizioni attuative, riconosca alla Provincia la massima percentuale dei benefici generati dagli impianti sul territorio. E una significativa quota parte di quelli afferenti alle acque bellunesi, anche se la centrale che le utilizza è situata fuori dai nostri confini. Ma allora perché aver rimandato a domani ciò che si sarebbe comodamente potuto fare oggi?».