Safilo “scappa”. L’azienda conferma di non volerne sapere di Longarone. Lo stabilimento viene ritenuto non strategico. Lo ha detto ieri (23 marzo) il management aziendale al tavolo di aggiornamento convocato dall’assessora regionale al lavoro Elena Donazzan insieme all’Unità di Crisi aziendali della Regione del Veneto.
Nel corso dell’incontro l’azienda ha aggiornato i partecipanti rispetto alla conferma di mantenere aperti i siti di Santa Maria di Sala e Padova, mentre rimane attiva la ricerca di soluzioni alternative all’annunciata chiusura dello stabilimento di Longarone.
A tal proposito la Regione è tornata a chiedere maggiori dettagli rispetto alle ragioni finanziarie e produttive in base alle quali Safilo lo scorso gennaio ha espresso la volontà di dismissione dello stabilimento bellunese.
«È necessario un ulteriore approfondimento limitatamente al sito di Longarone che, ad oggi, occupa 468 lavoratori – sottolinea l’assessora Donazzan -. Abbiamo ribadito la necessità che per quanto riguarda Longarone l’azienda porti elementi di dettaglio. Il metodo di lavoro della Regione non cambia. L’attività sarà serrata con le parti sindacali per non lasciare nulla di intentato rispetto al nostro obiettivo che resta la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro del sito di Longarone».
Le parti hanno concordato che il prossimo incontro del tavolo di crisi sarà fissato dopo Pasqua a Longarone.