Roberta Barbiero: la supplente del “Collegio” e un’intervista speciale

Roberta Barbiero: la supplente del “Collegio” e un’intervista speciale

I ragazzi e le ragazze della scuola secondaria I grado di Tambre (classe 3^) scrivono per noi. E ci regalano un’intervista davvero speciale. Questa è la prima parte… 

 

Roberta Barbiero, conosciuta come supplente di storia e geografia nel docu-reality Il Collegio, attrice veneziana, passa la sua infanzia con la sua famiglia e frequenta il liceo scientifico “Ettore Maiorana”, in provincia di Venezia. Conseguito il diploma nel 2004 la ragazza continua il suo percorso formativo con una laurea triennale in Lettere presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e successivamente con una magistrale in Filologia e Letteratura italiana. 

Da sempre coltiva la sua passione come attrice, ottiene il diploma di recitazione presso il Teatro Stabile del Veneto, prosegue la sua formazione conseguendo un diploma di doppiaggio e frequentando un master di recitazione cinematografica. Durante l’intervista, sottolinea che non si finisce mai di imparare e che lo studio deve essere costante soprattutto quando s’intraprende una professione di questo tipo. Roberta è sincera, divertente e spontanea, e lo dimostra anche quando risponde alle nostre  domande. 

Buongiorno Roberta, come stai? Sei pronta a rispondere a qualche domanda?

«Bene, grazie. Sono pronta».

Quando è nata la tua passione per il teatro?

«Questa passione è nata negli ultimi anni di liceo e università, ma era già dentro di me, infatti da bambina facevo degli spettacoli teatrali in cui ero la protagonista e la regista insieme. Mi sono accorta che questa passione è continuata nel tempo e ora è questo il mio lavoro». 

Cosa ti ha portato a partecipare a Il Collegio?

«È iniziato tutto per caso, quando un giorno la mia agente mi contatta per comunicarmi che aveva un provino da propormi. Non avevo idea che fosse proprio per il Collegio, ma è andata così». 

Dove hai dovuto fare i provini? E quanti?

«Due. Il primo è stato fatto online a causa della pandemia, in seguito sono stata richiamata a Milano per farne un secondo. Ero molto emozionata». 

Che cosa viene richiesto in generale quando si fa un provino per una parte attoriale?

«In generale i provini sono molto impegnativi perché devi convincere il regista. In primo luogo ti fanno parlare di te e del tuo curriculum. Questo per metterti a tuo agio, anche se in realtà parlare di sé è tutt’altro che facile, perché sai che stai facendo un provino e non è un’intervista comune. Successivamente si esegue l’estratto che si è preparato. La cosa che devi far emergere sono gli stati d’animo, nel senso che devi essere in grado di interpretare diverse emozioni. Capita che ti facciano anche improvvisare, come nel caso de Il Collegio. La tensione è alta ogni volta che si affronta un provino, ma sono scogli che aiutano a crescere e per questo si affrontano sempre con gioia e determinazione».

Sei davvero una professoressa?

«Sì. Ho già avuto esperienze di insegnamento».

Gli allievi e i professori hanno un copione o quello che dicono è tutto spontaneo?

«È tutto spontaneo. Gli allievi non hanno il cellulare e non possono uscire, devono rimanere all’interno della struttura collegiale, non c’è un copione ma gli insegnanti seguono un canovaccio. Significa che sanno quale lezione devono fare, esattamente come un insegnante di scuola sa che argomento affronterà quando andrà in classe, salvo gli imprevisti del caso. Come accade normalmente in una classe». 

La perquisizione che viene fatta agli alunni è reale? 

«Sì certo. Ai ragazzi viene tolto tutto, come vedete». 

CONTINUA…

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