Ritorni e nuove scoperte faunistiche: il cambiamento climatico fa la differenza

Ritorni e nuove scoperte faunistiche: il cambiamento climatico fa la differenza

Ritorni di animali che sembravano scomparsi dai radar e nuove scoperte. Con uno sguardo da vicino sul cambiamento climatico e sugli effetti della tempesta Vaia, visti attraverso i mutamenti nel panorama della natura bellunese. È stato presentato questa mattina in conferenza stampa il nuovo numero di “Frammenti”, la rivista edita dalla Provincia di Belluno, nata nel 2009 da un’intuizione di Cesare Lasen, che ancora oggi è il coordinatore scientifico. Si tratta del 13° numero di una pubblicazione scientifica che negli anni ha visto una crescita notevole e un ampliamento dei temi trattati.

I CONTENUTI

In questo numero di “Frammenti”, in continuità con la pubblicazione del 2023, ampio spazio è dato agli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici, che anche sulle Dolomiti bellunesi si fanno sentire. E portano nuove presenze faunistiche. 

Il contributo che apre il numero, firmato da Daniele Sommaggio, Enrico Vettorazzo e Giovanni Burgio (“I sirfidi del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi”), riporta l’elenco dei sirfidi (Diptera, Syrphidae) presenti all’interno del Parco, frutto di una serie di campionamenti effettuati a partire dal 2020 e ancora in atto (in foto un esemplare). Le specie rilevate sono 197, a conferma dell’elevata biodiversità dell’area, e si segnala il ritrovamento di una femmina di Cheilosia atriseta, specie nota su un unico esemplare raccolto nel 1916 nel gruppo del Catinaccio. Cinque specie vengono segnalate per la prima volta in Italia: Anasimyia lunulata, Helophilus hybridus, Melanostoma mellarium, Sphaerophoria batava e Syrphus rectus. Si tratta, prevalentemente, di specie con ampia distribuzione nell’Europa centro- settentrionale, con le Alpi come limite meridionale. 

Il secondo contributo – a firma di un team di quindici autori – tratta del ritorno della lontra in Veneto, a partire dall’Alto Bellunese. Il fenomeno sembra essere appena iniziato, probabilmente a partire dalle neocostituite popolazioni austriache, ma è già notevolmente avanzato, avendo quasi raggiunto la pianura. Novità nel panorama naturalistico anche nel lavoro di Fabio Padovan (“Nuove segnalazioni di spese fungine rare o interessanti nella provincia di Belluno”), che descrive otto specie di macromiceti, alcune molto rare, segnalate per la prima volta nel territorio bellunese. Le cause che hanno indotto la loro fruttificazione solo ora non sono del tutto note, ma per alcune viene naturale pensare che rappresentino segnali dovuti al clima che sta cambiando.

Cesare Lasen, Michele Da Pozzo, Carlo Argenti, Luigi Cadorin, Danilo Giordano, Marta Villa e Giampaolo De March (“Forcella Aurine e dintorni. Sito di eccezionale valore naturalistico ad alta vulnerabilità”) riassumono, con dati anche di recentissima acquisizione, i valori floristici e vegetazionali del comprensorio di Forcella Aurine, Bosco del Poi e aree limitrofe a substrato silicatico. La centralità del bosco e le prospettive relative alle utilizzazioni sono discusse anche sulla base dell’evento Vaia e della successiva diffusione del bostrico. L’uragano di fine ottobre 2018 è al centro anche del lavoro di Davide Marangon ed Emanuele Lingua (“Strategie gestionali in aree boschive colpite dalla tempesta Vaia: monitoraggio della rinnovazione naturale e confronto tra sgombero totale e non intervento”), che mostra, sulla base di risultati concreti, le dinamiche di rinnovazione naturale a seguito di due differenti strategie di gestione sulla probabilità di insediamento e sopravvivenza della rinnovazione forestale. 

Come di consueto, non manca un contributo di carattere archeologico, con lo studio di Francesco Carrer e Fabio Cavulli dal titolo “Frequentazione umana dei Ripari Alti in Valle di Lamen tra la fine del V e il IV millennio a.C.”. 

A completare il numero, infine, le consuete rubriche sulle ricerche in corso e sulle ultime pubblicazioni di interesse naturalistico che hanno riguardato il territorio bellunese.

IL COMMENTO

«Questa rivista, di altissima valenza scientifica, rappresenta un mezzo per conoscere meglio parti della realtà in cui viviamo. E in quanto tale, uno strumento per tutelare e governare il territorio» commenta il consigliere provinciale delegato alla cultura, Simone Deola. «Ringrazio tutti gli autori e i curatori di questo volume. Dopo 13 anni, ha tutti i requisiti per spiccare il volo e continuare con autorevolezza a raccogliere e divulgare frammenti – per l’appunto – di sapere».

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