Ristori per gli impianti di risalita, 28 milioni nel Bellunese

Ristori per gli impianti di risalita, 28 milioni nel Bellunese

Mentre il Veneto cammina a grandi passi verso la zona arancione, a causa del drammatico aumento di contagi e ricoveri, il mondo dello sci si prepara a vivere le feste natalizie sul filo del rasoio. «Al momento i numeri sono buoni – commenta Marco Grigoletto, neo presidente regionale di Anef, l’associazione che rappresenta i gestori degli impianti a fune – anche grazie alle abbondanti nevicate di inizio dicembre. Ma si vive alla giornata». Certo, anche in zona arancione il protocollo governativo permette agli impianti di tenere aperto, ma l’attenzione è massima.

Per gli impiantisti, comunque, è in arrivo una gradita strenna natalizia. Sono stati pubblicati nel Registro nazionale della trasparenza gli importi dei ristori che il governo ha riconosciuto alle società che gestiscono seggiovie, cabinovie e skilift. In totale in Veneto arriveranno 30 milioni di euro, dei quali 28 per il Bellunese.

«Possiamo dirci soddisfatti – commenta Grigoletto – perché sono soldi che aspettavamo da 20 mesi, anche se non sono ancora fisicamente nelle nostre casse». Il presidente di Anef sgombra subito il campo da possibili fraintendimenti: «Attenzione, questi soldi non sono altro che la copertura parziale di ciò che il blocco dell’anno scorso ha causato. Ci permettono di ripartire e aiutano le società a stare in piedi: in questi ultimi due anni noi impiantisti siamo sopravvissuti grazie al credito bancario».

La forbice dei ristori è molto ampia. Si va dai 4.116.000 euro riconosciuti alla Sofma, la società che gestisce gli impianti di Arabba Marmolada, ai 3.189.000 che andranno a Ista di Cortina. Buoni i riscontri anche per Funivie Tofana e Marmolada (2.260.000), Funivie Arabba (2.560.000) e Alleghe funivie (2.463.000). Ma c’è chi non ride, soprattutto tra gli impiantisti della parte bassa della provincia. Nevegal 2021, la società che ha rilevato a novembre 2020 gli impianti del Colle, riceverà 116mila euro a fronte dei 180mila richiesti.

Ancora peggio è andata a Croce d’Aune sviluppo, che gestisce lo sci sul Monte Avena: si aspettava 45mila euro, ne riceverà solamente 2.400. «Mi sento un po’ preso in giro – sbotta Lionello Gorza, amministratore della società nonché socio di Nevegal 2021 – perché con questi soldi copro a malapena le spese avute per la presentazione della domanda. Ancora una volta sono stati premiati i comprensori più grandi, grazie ad un meccanismo studiato ad hoc. Invece credo che questa potesse essere l’occasione per riconoscere l’importanza delle stazioni sciistiche come Nevegal e monte Avena, che svolgono un lavoro sociale, lavorando quasi esclusivamente con le scuole sci».

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