Riqualificazione urbana, ok dal consiglio. Ma la maggioranza è divisa

Riqualificazione urbana, ok dal consiglio. Ma la maggioranza è divisa

Divide, il nuovo piano di rigenerazione urbana ideato dall’amministrazione comunale di Belluno. Ieri è stato approvato in consiglio comunale (13 voti favorevoli, 6 contrari, 8 astenuti) l’aggiornamento al piano triennale delle opere pubbliche. Passo necessario per poter candidare alla seconda edizione del bando nazionale una decina di progetti, che puntano a cambiare, almeno in parte, il volto della città.

I progetti (per ora degli studi di fattibilità) che la giunta Massaro ha scelto di provare a finanziare (per un totale di 20 milioni di euro, il massimo possibile per un Comune capoluogo di provincia) sono già stati presentati la scorsa settimana. Si va dal recupero dell’ex caserma dei vigili del fuoco, dove dovrebbero trovare posto gli uffici comunali attualmente ospitati in via Marisiga, all’abbattimento e ricostruzione della scuola elementare “Romolo Dal Mas” di Cavarzano. E poi una serie di interventi in Nevegal, il recupero dell’auditorium (con la valorizzazione delle recenti scoperte archeologiche), il completamento della ciclabile Antole – Casoni e il ponte ciclopedonale sul rio Veneggia e una serie di interventi in centro città.

Ieri tra i consiglieri comunali riuniti in videoconferenza la frase più gettonata è stata «Mancanza di condivisione dei progetti». E se c’era da aspettarselo da parte dei membri dei gruppi di minoranza, ha fatto rumore la presa di posizione di Massimo “Maci” De Pellegrin, consigliere di maggioranza di “Insieme per Belluno”, una delle liste civiche a supporto di Massaro, che alla fine voterà contro l’aggiornamento del piano. «Tutto inizia con il dpcm di gennaio – il suo attacco all’amministrazione – e finisce il 12 maggio con il passaggio in giunta e poi in commissione. In mezzo nessuna condivisione delle progettualità. Non solo con la minoranza, non sono stati presi in considerazione nemmeno i consiglieri di maggioranza». Per De Pellegrin, «E’ stata completamente dimenticata la zona di Bolzano bellunese, la porta d’ingresso del parco nazionale. Si poteva sistemare la strada che porta a Vezzano, senza marciapiede e che viene percorsa da tutti gli escursionisti che completano l’Altavia n°1».

Critiche anche le minoranze. «Bene puntare a reperire risorse, ma è inaccettabile la mancanza di condivisione», l’affondo di Paolo Bello (Pd). «Un altro esempio di progetti raffazzonati», attacca Franco Roccon (Civiltà bellunese), mentre Fabio “Rufus” Bristot lamenta il fatto che non sia stato deciso il restauro del ponte della Vittoria, «che versa in condizioni non buone». Mentre per Raffaele Addamiano (Obiettivo Belluno – Fd’I) si poteva puntare «Al recupero di Palazzo Minerva o a sistemare la Panoramica»

«Comprendiamo le critiche sul mancato coinvolgimento», rispondono il sindaco Massaro e l’assessore all’urbanistica, Franco Frison, che però puntualizzano alcuni aspetti.

«Non si può accusare il Comune di avere troppa fretta – risponde Frison alle accuse – quando tutti i bandi hanno tempi irragionevoli. Dal dpcm di gennaio il bando è stato fermo 45 giorni, nei quali non potevamo fare nulla. E poi abbiamo 90 giorni dalla pubblicazione. Sicuramente siamo mancati per quanto riguarda il puntuale coinvolgimento sui singoli aspetti, ma i termini stretti non decisi dalle amministrazioni comunali obbligano a questo». L’assessore all’urbanistica snocciola poi alcune cifre. «Questa amministrazione vuole essere presente nel cogliere queste opportunità offerte dai bandi. Negli ultimi anni, oltre ai 36 milioni del primo bando per la rigenerazione urbana, abbiamo chiesto anche 45 milioni per il bando Pinqua sulla qualità dell’abitare e questi ulteriori 20 milioni».

«Capisco che quando ci sono questi bandi piacerebbe a tutti fare ragionamenti accurati: sarebbe molto migliorativo e piacevole – aggiunge il primo cittadino -. Ma come ha spiegato Frison i tempi stretti ci hanno obbligato a una corsa contro il tempo. Non dimentichiamo che il decreto è stato pubblicato il 6 marzo, quello attuativo l’8 aprile e le faq ministeriali solamente il 7 maggio. E non è del tutto vera nemmeno la mancanza di coinvolgimento. Non ci sono state riunioni puntuali sui singoli bandi, ma la filosofia di fondo è la stessa del bando Pinqua, che ha visto vari incontri e una lunga e proficua discussione. Gli interventi selezionati per questo bando sono quelli fortemente voluti da tutta la maggioranza».

(La foto è di repertorio)

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