Respinto il ricorso: il collegamento Comelico – Pusteria si può fare

Respinto il ricorso: il collegamento Comelico – Pusteria si può fare

Quell’impianto s’ha da fare. Via libera al collegamento sciistico tra Comelico e Alta Val Pusteria, che rientra nel più ampio progetto di sviluppo territoriale denominato “Stacco”: il Tar del Veneto ha respinto il ricorso di Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu e Wwf contro Comune di Comelico Superiore, Regione Veneto, Ministero della Cultura, Provincia e Comune di Santo Stefano di Cadore. Il dispositivo, lungo 54 pagine, risponde alle contestazioni tecniche dei ricorrenti su atti comunali, regionali e ministeriali. Introduce inoltre argomentazioni che potrebbero rivoluzionare gli investimenti nelle aree marginali di montagna. I giudici hanno recuperato il Piano d’area di 25 anni fa, il primo transfrontaliero tra Osttirol, Comelico e Sappada, che prevedeva il collegamento tra Alto Comelico e Alta Pusteria. Il successivo Decreto Pecoraro Scanio vietava impianti simili in ambienti tutelati, fatta eccezione per quelli già programmati e motivati dallo sviluppo di aree depresse.

Il Collegio giudicante ha confermato le delibere comunali n. 44 del 2017 e n. 87 del 2019, che individuavano i motivi di interesse pubblico per il collegamento. I ricorrenti contestavano proprio questi motivi. Le delibere evidenziavano la condizione di svantaggio del Comelico e le ricadute positive degli interventi. Il Collegio ha ritenuto valide le argomentazioni, considerando la natura di servizio pubblico degli impianti e l’impatto negativo limitato su due habitat a fronte di ventisette habitat di interesse comunitario. Le critiche delle associazioni, che puntavano sul merito delle scelte amministrative, sono state respinte.

Esultano gli amministratori locali. E’ il caso, ad esempio, di Thomas Menia Corbanese, sindaco di Danta e vicepresidente di Giovani&Futuro: “Con questa sentenza il Comelico può tornare a guardare con fiducia al futuro, in una prospettiva di rilancio del proprio territorio in chiave turistica e culturale – sono le sue parole – Abbiamo sempre creduto che il progetto “Stacco”fosse migliorativo rispetto al progetto originario, perché recepiva tutte le indicazioni della Sovrintendenza e rispettava tutti i vincoli ambientali e paesaggistici. Il Comelico merita di poter avere una possibilità di un nuovo sviluppo, non solo in chiave turistica, ma anche dal punto di vista culturale, attraverso la riscoperta di luoghi storici e naturali che saranno resi fruibili proprio dal progetto “Stacco”: una partecipazione del territorio intero alla riscoperta e alla manutenzione dei nostri meravigliosi luoghi, custodi di storie incredibili tutte da scoprire».

Soddisfatto anche Dario Bond, presidente del comitato paritetico di gestione del Fondo per i comuni confinanti: «Credo siano emersi in tutta chiarezza due aspetti – commenta – ovvero la lunga storia di un’iniziativa che, nata quasi trent’anni fa, incarna un sentire profondo  delle comunità locali e, soprattutto, la valenza strategica del progetto “Stacco” (che sta, appunto, per STrategia per l’ACCessibilità del sito Unesco e per uno sviluppo equilibrato del COmelico). Il progetto in cui il Fondo ha creduto molto, tanto da finanziarlo complessivamente con una somma di circa 30 milioni di euro, verte sì sul potenziamento del collegamento sciistico, ma ha in sé anche tutta un’altra serie di azioni non meno importanti per lo sviluppo turistico, culturale e socio-economico dell’intero comprensorio. Secondo principi di sostenibilità e rispetto ambientale, coerenti con le strategie del sito “Dolomiti Unesco” presente sul territorio, il progetto prevede, tra l’altro, il restauro e la messa in sicurezza delle opere del Vallo Alpino, la realizzazione di un “balcone panoramico” Dolomiti Unesco al Colesei, interventi di tutela attiva delle aree umide e la realizzazione di un info-point mobile dedicato alla divulgazione dei valori del patrimonio Dolomiti Unesco».

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