Vincoli Comelico, le associazioni ambientaliste promettono battaglia

Vincoli Comelico, le associazioni ambientaliste promettono battaglia

Si dicono stupite e amareggiate, le associazioni ambientaliste. E stanno studiando il ricorso in Consiglio di Stato. È l’altra faccia della medaglia dei vincoli in Comelico. La sentenza del Tar (che ha annullato il decreto 1675 del 5 dicembre 2019 con il quale il Ministero aveva dichiarato di notevole interesse pubblico l’area di Auronzo, Comelico Superiore, Danta, Santo Stefano, San Nicolò e San Pietro) ha fatto contenti gli amministratori pubblici e i residenti, ma a quanto pare ha scontentato una frangia della galassia green.

Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia e Lipu erano intervenute in giudizio a fianco del Ministero. E oggi dicono che non avrebbero mai pensato che il Tar potesse annullare tale decreto per un difetto di istruttoria e di motivazione. Secondo le associazioni ambientaliste la decisione del Tar Veneto presenta molti profili di criticità.
«In primo luogo, non sembra tener conto che la sentenza della Corte Costituzionale n. 164/2021, emessa in riferimento al suddetto decreto del MiBACT, ha chiaramente stabilito che il Ministero ha pieno titolo per prevedere anche “prescrizioni intese a regolamentare l’uso del valore paesaggistico di un bene, fino alla possibilità di vietarlo del tutto”. Inoltre, la decisione del Tar, aderendo in punto alla tesi dei Comuni, si è anche spinta a sindacare la scelta del MiBACT, esprimendosi su questioni connotate da ampia discrezionalità tecnica, che il giudice amministrativo potrebbe sindacare solo in caso di un difetto di motivazione assoluto o di una irragionevolezza manifesta, che invece lo stesso Tribunale ha escluso» sostengono le associazioni ambientaliste.

«Gli obiettivi con cui il MiBACT aveva agito nel suo decreto, dichiarando il notevole interesse pubblico di queste aree, sono conservare il paesaggio, riqualificare le aree degradate, salvaguardare l’architettura e la cultura locale, valori che senza dubbio valorizzano il turismo, rendendolo una attività economica di elevata qualità e redditività, anche nel lungo periodo. Al contrario, continuare a sostenere l’immotivata correlazione tra la tutela dei luoghi e il loro spopolamento non fa altro che aggravare le minacce, in primis legate ai cambiamenti climatici, che già stanno danneggiando i nostri territori, con ripercussioni pesanti sul tessuto economico-sociale».

Per tutte queste ragioni, le associazioni ambientalistiche stanno valutando se appellare la sentenza al Consiglio di Stato.

foto (Padola.it) – uno scorcio del Comelico

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