«Per tutelare, preservare e promuovere la montagna è necessario l’uomo, con il suo lavoro, con la sua presenza quotidiana. Le Dolomiti sono un effetto straordinario della geologia, ma il territorio circostante – la cornice della grande bellezza dolomitica – è frutto anche del lento e costante impegno delle comunità locali nel vivere il territorio». Lo scrive il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, nell’anniversario del riconoscimento Unesco delle Dolomiti. Quindici anni fa – il 26 luglio 2009 – le Dolomiti sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale grazie alla loro bellezza e unicità paesaggistica e all’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico.
«Quel riconoscimento, incentrato su unicità e straordinaria bellezza, è un elemento di assoluto valore. E lo è in due direzioni: da una parte verso l’esterno, perché ha svelato al mondo – e continua a farlo – cosa sono le Dolomiti; dall’altra verso l’interno, perché serve a darci la consapevolezza del luogo in cui viviamo. Dobbiamo interpretarlo anche come un premio alle comunità che abitano le Dolomiti, luoghi incantevoli ma in pendenza, e quindi per natura difficili e complessi; luoghi in cui i servizi sono pochi, in cui le distanze da coprire sono molto più grandi di quelle della pianura. Lo spopolamento della montagna è la conseguenza più immediata di tutto questo: servono misure per contrastarlo, tarate sul medio-lungo termine. Ma un riconoscimento come quello dell’Unesco, nel ricordo e nella riconoscenza profonda di chi è riuscito a ottenerlo, può e deve continuare a essere uno strumento concreto che aiuta le comunità locali a creare turismo, sviluppo ed economia, in un’ottica di grande equilibrio e sostenibilità come quella assicurata in questi anni dalla Fondazione Dolomiti Unesco».